E' la chitarra la vera protagonista de L'addio ideale, una chitarra sempre presente in maniera brillante e percettibilmente vicina in tutte le 9 composizioni di questo 4° album dei valdostani Re di Maggio.
Una chitarra che sa essere acida e graffiante nel riffing, sinuosa e sgusciante nei soli, ricca di ritmo e di colore nell'accompagnamento e passionale e calorosa nei momenti acustici, una chitarra quella di Danilo Mele veramente completa ed assoluta protagonista delle partiture ma non sola, anche la bella voce di Luca Ottoz e le ritmiche sempre precise di Gregory Tampan al basso e Florian Blua alla batteria, completano una band che tecnicamente si dimostra validissima. Una musica quella dei Re di Maggio che è stata una vera sorpresa per il sottoscritto, mi aspettavo un buon album, la produzione di Diego Tuscano dei Sannidei è già di per se un ottima garanzia e la sua mano si sente ma ho trovato un album il cui ascolto mi ha, come detto, sorpreso, ovviamente in positivo, presentando una band estremamente matura a livello compositivo, variegata e completa capace di attraversare un orizzonte musicale estremamente ampio e complesso e dimostrando sempre di poter affrontare con bravura ed in maniera convincente tutti i momenti musicali che i ragazzi valdostani via via con i loro 9 brani ci propongono. Un percorso musicale ricco ed articolato che affronta momenti che vanno dal Rock adrenalinico e graffiante di brani come Via con me, ma ha un senso (piove) o L'addio ideale, brano quest'ultimo che vede come guest alla voce proprio Diego Tuscano al Rock contaminato da tinte Progressive come in Dissoluto a momenti più particolarmente psichedelici e doomish come ad esempio ne "Che non sia una stella, il tutto sempre con un approccio musicale che richiama al garage/grunge tipico del periodo a cavallo tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 del secolo appena passato, che fa da collante e da linea conduttore dell'intero viaggio musicale dei Re di Maggio, la stessa Via con me, Strani voli o Spazio tempo sono un chiaro esempio di ciò. Citazione a parte per la chiusura dedicata ad un lunghissimo brano, Acquatica, prevalentemente strumentale con una chitarra di zeppeliniana memoria che è ovviamente protagonista, un brano che riporta immediatamente alla mente il Jimmy Page di brani come Going to California o Black Mountain Side. Non capita tutti i giorni di sentire un CD di Rock bello, grintoso e corposo, arricchito da contaminazioni e colori che ne completano le sonorità con passaggi che sanno essere freschi, accattivanti e coinvolgenti, forse qualche riff non è sempre cristallinamente originale ma il peccato è veniale e sicuramente perdonabile, ed oltretutto poi suonato in maniera tecnicamente ineccepibile, aggiungiamoci che l'album è rigorosamente cantato in italiano e con testi che sanno essere assolutamente all'altezza della bontà della musica ed alla fine ci ritroviamo con in mano un bel dischetto che è veramente una gradevolissima sorpresa ed una deliziosa compagnia e che è un piacere far suonare nel lettore sia esso in casa o in auto. Gran bel lavoro, ottimo disco, assolutamente entusiasmante. 80/100
|
Luca Ottoz: Voce, chitarra Anno: 2007 |