Home Recensioni Album Marc Copland - Crosstalk

Marc Copland
Crosstalk

Il concetto di cross-talk deriva da un campo totalmente diverso da quello d’interesse qui, cioè quello della compatibilità elettromagnetica. In breve ed in maniera semplicistica, interessa un aspetto negativo ed indesiderato per cui in un canale di comunicazione, per svariate cause, si producono altri segnali sovrapposti che risultano essere a tutti gli effetti dei disturbi. Trasponendo questo concetto nell’intenzione musicale di Marc Copland in questo disco, possiamo trovarci delle analogie che producono però, un risultato positivo ed energico ai brani stessi. Qui, infatti, il cross-talk è inteso come risultato della sovrapposizione dei vari componenti in un medesimo “canale sonoro” inteso qui come piena concentrazione sul proprio strumento, porgendo allo stesso tempo la mente verso le traiettorie sonore disegnate dagli altri strumenti.

Esso si struttura come una simultaneo dialogo tra musicisti, come si può notate piuttosto bene in "Talkin’ Blues" o in "Ozz-thetic". Questo intento è realizzabile grazie ad una lavoro di collaborazione sostenuto e maturato negli anni, tra i quattro componenti, come Marc Copland ci tiene a precisare. Cross Talk comprende brani composti da tutti i musicisti ad eccezione dei due standard jazz "Tenderly" e della hard bop "Minority".
Non manca sicuramente la presenza solista di ciascun componente, in particolare si segnalano le ottime ed intense sezioni soliste di Greg Osby (attualmente uno dei sassofonisti più quotati nel jazz, basti scorrere l’invidiabile lista di partecipazioni avute in questi anni) al sassofono nella "bee-boppeggiante" "Ozz-thetic", nell’introduttiva "Diary of the same dream", ma soprattutto del maestro Copland in "Hey, it's me you're talkin' to" ed in "Crosstalk" raffinatissimo quando è chiamato a guidare il quartetto con le proprie note, la voce del contrabbasso di Doug Weiss ed il groove di Victor Lewis. Il piano di Copland è capace di piroettanti soli e contrappunti sostenuti come nella parte centrale e finale di "Minority".

"Slow Hand" è invece il brano più introspettivo cadenzato dal leggero tocco delle spazzole di Victor Lewis e dalle fascinose scale di Copland. Cross Talk è senz’altro un disco che mantiene piuttosto alto il grado di attenzione, grazie e soprattutto all’aspetto emotivo e brioso che le note del quartetto è in grado di produrre con questo approccio sostanzialmente empatico.

72/100


Marc Copland: Piano
Greg Osby: Sax contralto
Doug Weiss: Contrabbasso
Victor Lewis: Batteria

Anno: 2011
Label: Pirouet Records
Genere: Jazz

Tracklist:
01. Talkin' Blues
02. Diary of the Same Dream
03. Ozz-thetic
04. Tenderly
05. Crosstalk
06. Slow Hand
07. Hey, It's Me You're Talkin' to
08. Three Four Civility
09. Minority

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.