Home Recensioni Live The Kilowatt Hour - Roma, 22 Settembre 2013

The Kilowatt Hour
Roma, 22 Settembre 2013


Roma, 22 Settembre 2013 - Auditorium Parco della Musica


La curiosità di andare ad ascoltare David Sylvian con il suo nuovo progetto, devo dire è stata molta. Contemporaneamente, ho cercato di non farmi trovare impreparato, viste le ostiche premesse che si prospettavano. Moltissimi spettatori, sono rimasti visibilmente perplessi e irritati, molto probabilmente perché convinti di assistitere a tutt’altro repertorio.
Del resto però, c’era da aspettarselo. Era sufficiente capire chi fossero Fennesz e Matthieu, per farsi rapidamente un’idea più chiara. Sylvian ha dismesso ormai da moltissimi anni i panni di artista pop, ed è diventato un apprezzato e raffinato sperimentatore, pur non disdegnando d’inserire nei propri lavori una forte connotazione intimistica e melodica, come in Blemish, in grado di dare un tocco di fruibilità in più all’ascolto.

Il nuovo progetto The Kilowatt Hour, che ha debuttato proprio in questo mese di settembre, al festival norvegese Punkt, vede Sylvian affiancato da due nomi importanti del panorama elettroacustico: il chitarrista austriaco Christian Fennesz ed il performer tedesco Stephan Mathieu. Il musicista britannico, prosegue lungo il sentiero intrapreso proprio con  Mathieu in Wandermüde, estremizzando e dilatando la dimensione musicale ascoltata in lavori come nel già citato Blemish ed in Manafon.

L’idea è sostanzialmente di creare una performance audio-visiva, costituita da un’unica traccia, sviluppantesi con una progressività lineare, alla ricerca di un flusso sonoro empatico tra i tre artisti. Il monolite sonoro è sostenuta dal lavoro di Mathieu alle tastiere/laptop mentre Sylvian si sposta continuamente tra programmazione e tenui passaggi intimistici al piano. Dall’altra parte Fennesz sferza con inserti nudi e crudi di chitarra, sfruttando interventi manipolativi del suono. Questa volta l’artista inglese, non interverrà con parti cantate, gli unici momenti di rottura sono gli inserti vocali del poeta Franz Wright che accompagnano il flusso sonoro.

In questo viaggio mentale, di poco più di un’ora si assiste ad una prima parte che si fa apprezzare per gli intenti sonori di forte rimando spaziale ed alienante, peccando poi nella seconda in una certa ripetitività, figlia forse di una performance poco organica e troppo in balìa della dimensione improvvisativa. Un altro aspetto che non rende giustizia è sicuramente la pochezza del supporto visivo alla musica, che alterna figure nubulose, scie colorate e figure frattali.  I tre abbandonano il palco al buio com’erano arrivati, lasciando molti delusi, ma anche fan visibilmente interessati alla novità. Personalmente,  l’idea non è dispiaciuta affatto, anche se è mancato qualcosa che destasse maggiormente la mente con un risultato più dirompente.

 






David Sylvian: Piano, programming
Stephan Mathieu: Tastiere, programming
Christian Fennesz: Chitarra, programming

Data: 22/09/2013
Luogo: Roma - Auditorium Parco della Musica
Genere: Experimental

 


Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.