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Red Hot Chili Peppers
Californication

Estate 1997: due anni dopo il controverso One Hot Minute, Dave Navarro lascia definitivamente i Red Hot Chili Peppers, a seguito di una rottura peraltro già nell’aria da tempo. Contemporaneamente il resto della band sembra vivere un momento di stasi che rende incerto il futuro stesso del complesso californiano: Anthony Kiedis è ancora alle prese con problemi di droga, mentre Chad Smith sembra volersene stare per conto suo assieme alla famiglia. Il tutto, di contro, sembra non interessare minimamente Flea. Ad insaputa dei compagni il vulcanico bassista già da tempo e con una certa assiduità ha ripreso a frequentare – prima in clinica dove era ricoverato e in seguito nel suo garage/studio casalingo – un vecchio amico e geniale chitarrista: quel John Frusciante che in preda a una crisi di nervi aveva abbandonato il complesso proprio nel pieno del tour del fortunatissimo Blood Sugar Sex Magik, e che ora agli occhi dell’incredulo amico appare trasformato oltre che finalmente disintossicato dall’eroina.
Dopo una serie di Jam session nel suddetto garage, il bassista rompe gli indugi e comunica la straordinaria notizia ad Anthony e Chad: John è guarito ed è pronto a rientrare in pianta stabile nei Red Hot Chili Peppers, con una serie di nuove composizioni che a detta dello stesso Fleahanno vibrazioni cosmiche”.
Quindi avviene tutto come per magia, con un inaspettato e vertiginoso evolversi degli eventi che, nell’estate del 1999, portano alla pubblicazione del settimo album ufficiale della band, permeato da mille aspettative e curiosità grazie al “ritorno del figliol prodigo”.

Aspettative soddisfatte in pieno: con il supporto del fedele Rick Rubin alla produzione, e grazie alle molte sfaccettature dei quindici brani che compongono questo LP, gli RHCP tornano prepotentemente e alla grande sul proscenio musicale mondiale, mostrando una ritrovata ispirazione e una nuova ed energica linfa vitale. Anche fisicamente i nostri si sono rimessi a nuovo: Anthony si è disintossicato e sfoggia un nuovo look alla Iggy Pop, con tanto di capelli biondi rasati dietro la nuca e con gli immancabili tatuaggi sul fisico palestrato. Flea opta per una folta tinta verdastra come capigliatura mentre Chad si limita al solito cappello da baseball. Quasi in contrasto con gli altri è proprio il redivivo John, ancora un tantino provato nel fisico pur dispensando a tutti sorrisi sdentati e messaggi di pace e amore, dall’alto del suo nuovo status di predicatore hippie con tanto di capelli lunghi e jeans a zampa di elefante in perfetto look anni ’70.

La risposta a simili premesse è la folgorante partenza del disco con “Around The World”: il menzionato Flea esegue un esplosivo fraseggio distorto subito seguito dai toms di un Chad Smith in grande spolvero, il cui martellare si interrompe bruscamente per lasciar posto alle poche e apparentemente disarmanti note di Frusciante che introducono il brano. Queste sono seguite dalla strofa in perfetto Rap Style di un Kiedis ritrovato il quale - grazie a un testo semplice e accattivante per merito delle sue continue assonanze – ci descrive quest’ improbabile viaggio tra la California e il Wisconsin. Il tutto sottolineato dalla straordinaria linea di basso: a tratti sincopata, essa si integra meravigliosamente con il secco fraseggio di John che unitamente all’orecchiabile melodia rock del ritornello decretano già il successo di questo brano “funky rap” destinato a divenire subito un classico del loro repertorio. “Parallel Universe”, la cui la strofa è quasi sussurrata da un Kiedis inaspettatamente intonato, gode di uno spettacolare tappeto ritmico caratterizzato dalle note stoppate e all’unisono del duetto John/Flea. Questo sfocia poi nel dirompente ritornello dalle venature decisamente hard rock, ulteriormente impreziosito dall’ assolo conclusivo di John che verso la fine sembra l’effetto di una meteora che precipita dallo spazio verso il pianeta Terra, conseguenza dell’effetto “Phaser” unito alla distorsione che chiude il brano. Quindi il primo momento saliente dell’intero LP nonché primo singolo di lancio estratto per lo stesso, l’estatica "Scar Tissue": sin dalle prime note del dolce arpeggio iniziale di un Frusciante particolarmente ispirato, si coglie la magia di questo brano destinato ad entrare direttamente nel cuore dei fans. L’atmosfera è soft, rilassata e sottolineata tanto dalla dolce melodia di Anthony quanto dagli efficacissimi “ricami” eseguiti con il suo basso da un sempre più versatile Flea, che intervallano il ritornello destinato a divenire un vero e proprio inno. Il pezzo venne accompagnato da un’affascinante video ritraente i quattro con tanto di vestiti laceri, volti impolverati e ricoperti per l’appunto da ”cicatrici”, in una cornice un po’ surreale e volutamente decadente. Arriviamo alla quarta song e già non c’è tempo per rifiatare: l’intro all’unisono del rinnovato duo Flea/Frusciante annuncia infatti “Otherside”, altra perla presente in questo disco cui come per S.T. seguirà un riuscitissimo e surreale video di lancio. Anche qui l’andamento è sui canoni del pop, l’arrangiamento è pulito, semplice. Anthony si cimenta alla grande in una struggente linea melodica, ben supportata dal ritmo cadenzato e regolare di Chad. John mette la sua chiosa ad ogni chiusura della strofa con eleganti ed essenziali fraseggi, che portano al potente bridge distorto sottolineato dall’incessante basso di Flea e dal martellante drummin’ di Smith sino al chorus finale di questa track destinata anch’essa a rimanere impressa nella memoria.
Get On Top” rimanda invece direttamente agli sfrenati esordi dei nostri, per il suo stile più smaccatamente funky/hard rock: il cantato di Anthony - qui in stile decisamente crossover - è ben supportato dal graffiante riff distorto e in wah wah di Frusciante, per un brano che sembra un’ improvvisazione in studio e che proprio per questo alla fine risulta efficace. L’ elegante arpeggio di John unito al contrappunto del basso di Flea sono le armi vincenti che caratterizzano la title - track "Californication".
Anche qui azzeccatissima la linea melodica per il brano che si presenta come il vero e proprio slogan dell’album, un inno allo stile di vita e ai piaceri tipici della west coast derivanti appunto dalla ‘californicazione’. Concetto ribadito dal terzo e spassoso video in ordine di uscita - che ritrae i nostri che vanno a zonzo per L.A. in formato ‘ Play Station’ - , e invocato continuamente da Anthony nell’ eloquente testo ricco di assonanze e derivati della parola che dà il titolo al brano e all’intero LP. La successiva “Easily” si presenta in perfetto english rock sullo stile delle band britanniche dei primi anni ottanta, in un’ atmosfera piacevole e orecchiabile sottolineata da un’ efficace ritmica unita ai bellissimi assoli di un Frusciante in gran forma. Un pigro andamento in 6/8 con tanto di ‘ effetto vinile’ di sottofondo caratterizzano “Porcelain”, che sembra quasi una ninna nanna.
Strofa incessante e appena sussurrata da Kiedis per il brano che si presenta come l’ideale momento di pausa del disco che riparte con l’ipnotica “Emit Remmus”, dalle sonorità quasi sperimentali il cui ritornello “an english girl , an american man” è un dichiarato omaggio alla Spice Girl Geri Halliwell, fresca di una recente relazione col frontman dei peperoncini.
La frenetica “I LIke Dirt” spezza quest’ atmosfera patinata grazie alla ritmica incessante ancora una volta sottolineata da un gran lavoro alle pelli di Smith e dal duo Frusciante/Flea, mentre la successiva “This Velvet Glove” si fa apprezzare per il particolarissimo incrocio dissonante di terze e quinte in cui John e Flea sembrano volersi divertire nell’esplorare nuove soluzioni armoniche. Discorso in parte analogo per la seguente “Savior”, dall’atmosfera un po’ cupa e caratterizzata da un’ipnotico e accattivante arpeggio che intervalla il ritornello dagli echi vagamente orientaleggianti. L’immancabile spunto ironico di turno è fornito dall’ eloquente titolo della tredicesima track dell’album, “Purple Stain”: la messa alla berlina nei confronti di quel Prince autore della colonna sonora di Batman, si rivela qui riuscitissima in una divertente e scanzonata parodia. La song è esaltante e coinvolgente, con venature funky/rock nel tipico stile dell’ artista di Minneapolis e con divertenti citazioni che vanno da Dracula a Hollywood, fino a coinvolgere lo stesso John più volte nominato nel testo da un Anthony ironico e irriverente mentre si esibisce in un cantato volutamente stanco e annoiato.
L’esplosiva "Right on Time" segue un po’ la falsariga della precedente “They’re Red Hot” del menzionato B.S.S.M, pur distinguendosi decisamente per il suo stile che nel ritornello assume addirittura contorni dance, e che come molti altri pezzi presenti nell’Lp troverà la sua spettacolare collocazione in chiave live. Quindi la conclusiva “Road Trippin’”, anch’essa seguita dal video promozionale che mostra i quattro placidamente seduti in spiaggia davanti a un falò. Questo scenario rispecchia perfettamente l’atmosfera onirica e rilassante di questa ballad, la cui chitarra acustica in finger style che domina tutto il brano sembra un dichiarato omaggio allo stile compositivo dei Beatles del White Album.

Concludendo, il disco che ha segnato la vera rinascita dei quattro californiani. Un opera che - a opinione di molti fans nonché di chi scrive - quanto alla qualità espressa può essere collocata tranquillamente quasi alla stregua del capolavoro BSSM, e la cui chiave vincente sta proprio nella straordinaria semplicità degli arrangiamenti. Per ammissione degli stessi californiani la stesura dell’intero LP avvenne in sole tre settimane, a dimostrazione come detto della ritrovata ispirazione e soprattutto della nuova armonia con il ritorno di quel John Frusciante la cui rinascita fisica e spirituale lo ha nuovamente messo al posto che gli compete: quello dell’elemento indispensabile per scrivere, d’ora in avanti come in passato, le pagine più belle dell’intera storia musicale dei Red Hot Chili Peppers...

90/100


Anthony Kiedis: Voce
John Frusciante: Chitarre
Michael “Flea” Balzary: Basso
Chad Smith: Batteria

Anno: 1999
Label: Warner
Genere: Rock

Tracklist:
01. Around the World
02. Parallel Universe
03. Scar Tissue
04. Otherside
05. Get on Top
06. Californication
07. Easily
08. Porcelain
09. Emit Remmus
10. I Like Dirt
11. This Velvet Glove
12. Savior
13. Purple Stain
14. Right on Time
15. Road Trippin'

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