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Tony Levin
Stick Man

Tony Levin è conosciuto nel mondo musicale per essere una sorta di globetrotter del basso e dello stick. C'è qualcuno di illustre con il quale non abbia mai lavorato? Se vi fosse, state sicuri che il suo programma prevederà una immediata correzione di rotta finalizzata a colmare ogni omissione. Al cospetto di questo suo nuovo lavoro solista, intitolato Stick Man, l'aspettativa del recensore era orientata su qualcosa di oscillante tra world music e jazz-fusion. In realtà il risultato è piuttosto differente. Forse il modo migliore per spiegare il contenuto dell'album consiste nel dare valore alla esperienza maturata negli ultimi anni lontano dai King Crimson. Forse Stick Man suona come Tony Levin avrebbe voluto suonassero i King Crimson sottratti all'ego ipertrofico di Sir Robert Fripp.
Molte delle tracce del'album sono venate di avanguardia, frammiste ad influenze jazz, tutte caratterizzate da un drumming preciso, a tratti incendiario. Alcune presentano parti vocali dello stesso Levin anche se il lavoro è in larga parte prettamente strumentale.
Il nodo gordiano dell'album è però l'interrogativo: 'Quanto dei King Crimson c'è in Tony Levin e viceversa?' Infatti quando si versa di groove, non c'è ombra di dubbio che Levin sia una vera e propria forza motrice, della stessa intensità che ha trainato (e marchiato a fuoco) il sound della musica di Peter Gabriel nell'arco della sua lunga carriera solista.
Non è un caso che molti dei pezzi presenti su Stick Man diano la sensazione di svilupparsi come delle jam, articolate attorno all'uso sapiente del Chapman Stick e delle molteplici linee del basso ma anche delle parti di chitarra. Tutto è finalizzato alla eleborazione di melodie giustapposte alle sezioni ritmiche disegnate dalle percussioni. Alcune sovraincisioni ed abili escamotages completano il quadro nell'opera finale di montaggio del materiale. Così Levin mette la sua voce al servizio dell'inaspettato up-tempo presente nella rock Welcome, della lenta e ricca di groove Slow Glide con la sua deriva rabbiosa, e di Rivers Of Light la più lirica e strutturata in forma canzone, vicina a Gabriel più che ai King Crimson.
La spigolosa The Gorgon Sisters Have A Chat, la densità sonora di Rising Waters e l'altrettanto viscerale Chop Shop suonano invece come agevolmente innestabili in un ipotetico filone post King Crimson's ProjeKcts mentre la conclusiva Dark Blues colma un altro settore influenzato dalla musicalità di Brian Eno, con in più un amalgama di ombre cupe che contrastano con superfici ambient estremamente placide.
All'interno di Stick Man c'è la risposta alla nostra domanda di origine, la misura dell'influenza e dell'interazione che esiste tra Tony Levin e la musica del Re Cremisi. L'album della maturità.

82/100


Tony Levin: Chapman Stick (1-5, 7, 8, 11, 13, 15, 16), NS Cello (1, 8, 10), Vocals (1, 4, 14), NS Upright Bass (2, 9, 12, 17), Funk Finger Guitar (2, 11), Funk Finger Bass (4, 12), Didgeridoo (4), Piano (9, 14, 17), Synthbass (10, 12), Synth (11, 14), Drums (16)
Pat Mastelotto: Drums (1-5, 8, 10-14), Percussion (1-5, 10-14), Piano (12)
Scott Schorr: Keyboards (2, 8, 9, 17), Drums (6, 7, 15), Percussion (7, 15), Synth (15)
Chris Albers: Acoustic Guitar (9, 17); Guitar (16)
Tim Dow: Drums (9)

Anno: 2007
Label: Lazy Bones Recordings
Genere: Rock

Tracklist:
01. Welcome
02. Gut String Theory
03. Speedbump
04. Slow Glide
05. Shraag
06. Not Just Another Pretty Bass
07. El Mercado
08. Orange Alert
09. In Her Locket
10. Rising Waters
11. Metro
12. Zeros to Disk
13. Sticky Fingers
14. Rivers of Light
15. Chop Shop
16. The Gorgon Sisters Have a Chat
17. Dark Blues

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