È sempre sorprendente assistere alle combinazioni artistiche di musicisti nel pieno della maturità e dello sviluppo.
In tal senso l'ultimo album realizzato dal tedesco virtuoso della Warr guitar Markus Reuter e dal batterista dei King Crimson Pat Mastelotto, nell'ambito del progetto Tuner, dimostra pienamente quanto grande sia stata la crescita del duo dal 2005 anno della genesi del side project con l'album Totem. Infatti mentre quel lavoro metteva in luce l'assiduo interesse dei due per la sperimentazione spericolata di nuove soluzioni ritmiche e per una vistosa escursione nelle possibilità fornite dall'elettronica, Pole piuttosto si articola attorno ad alcuni elementi più segnatamente personali e profondamente intimistici. Sebbene il gusto per la sperimentazione musicale dei due artisti continui a rimanere in bella mostra, esso appare integrato da una sorta di ambientazione sonora molto vicina alla idea del sogno nel senso Lynchiano del termine con alcuni pezzi sorprendentemente accessibili supportati dalle performances di ottime voci femminili; in tal senso non appare affatto casuale la presenza quale guest di Chrysta Bell che ha collaborato in veste di cantante alla colonna sonora del film Inland Empire. Sorprendente il brano d'esordio White Cake Sky al quale Peter Kingsbery, prelevato dai Cock Robin, contribuisce a fornire cristallina limpidezza nelle parti vocali. Molto diversa appare anche la misura rispetto alle scelte di Totem, sembra quasi che il progetto intenda aprirsi ad un pubblico più ampio attraverso echi degli Opeth e dei Porcupine Tree richiamati dal growl di Kristoffer G. Rygg che taluni amanti del genere riconosceranno quale membro della band norvegese di black metal degli Ulver. Il livello elevatissimo di adrenalina contenuto in Pole viene temperato tuttavia dalle parti vocali regalate da SiRenee, già presente in veste di ospite nel precedente album di esordio, grazie all'aggiunta di un pizzico di mistero esotico, elargito da frasi sussurrate, lamenti sinuosi, ed un eccellente impiego della tecnica vocale in grado di 'tirare' ancor più dentro il pezzo l'ascoltatore incastrandosi in maniera perfetta con i rumorosi suoni di chitarra ed il tumultuoso drumming di Mastelotto soprattutto in Black Well Monontony ed Arson Dandy. Forse quanti si guarderanno intorno nella ricerca spasmodica di suggestioni crimsoniane potrebbero rimanere delusi dal solo riff spiccato di Dig a fornire un leggero retrogusto delle sonorità care al Re, grazie ad algidi tocchi di chitarra acustica e sfumature in salsa Thrak. Il valore aggiunto di Pole risiede probabilmente nella capacità di coniugare sapientemente una moltitudine di suggestioni e di elementi eterogenei in un filo narrativo piuttosto solido. Così appare naturale il matrimonio tra sperimentazione post-rock, barlumi di acid-folk, strutture di rock tradizionale, tutto finalizzato alla gestazione di un corpo sonoro che appare fisico e cerebrale nel medesimo tempo. 90/100
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Pat Mastelotto: Drums, Percussion, Treated Baby Grand Piano, Spoken Word Anno: 2007 |