I Boris utilizzano talora un approccio musicale vicino a quello dei celebri Grey Daturas ma con il ricorso ad un diverso registro.
Infatti mentre i Grey Daturas si compiacciono nella tortura mentale e nell'obiettivo di causare dolore e terrore con un chiaro fine di denuncia, i Boris lavorano molto sulla creazione di atmosfere e sull'impiego delle soluzioni vocali per centrare i loro fini. In qualche maniera, la musica dei Boris è una sorta di rock psichedelico e cerebrale, un pò nello stile più tipico dei Melvins. Vuole creare una tensione permanente nell'ascoltatore e prendere possesso pieno dei loro cervelli. Così, con questo intento viene costruito Smile, lo si evince già dal pezzo di apertura, Flower Sun Rain, la cui relativa pacatezza dell'esordio cede il posto ad effluvi di rock letteralmente tonanti. Il centro del brano gravita attorno ad una voce d'uomo che viene presto rimpiazzata da sanguinosi riffs di chitarra, salvo poi ricostruire il filo dei suoi discorsi lasciando quanto meno stravolto l'ignaro ascoltatore. Nella sezione finale si assiste ad un dispiegamento di energia musicale inverosimile. Buzz-In origina con la voce di un neonato e seguita con la voce di un bambino. Il pezzo è molto più breve ed energico strutturato attorno al ruolo guida delle percussioni. Laser Beam imbottiglia per la sua velocità; ci troviamo in piena fase hardcore con riffs di chitarra deliberatamente demenziali tesi a completare idealmente il percorso intrapreso nel brano precedente. Anche Statement è un brano marcatamente hardcore, scatenato. Centrale è il ruolo della chitarra attorno al quale la voce maschile tenta disperatamente di scavarsi un sentiero in un mare di impetuosa energia. My Neighbor Satan è una traccia più pacata: una voce snocciola le sue litanie prima di essere lacerata da una chitarra vagabonda, salvo ricomporre la calma iniziale e poi cambiare nuovamente marcia passando ad una velocità ancora superiore in grado di spazzare via ogni equilibrio precedente. E' una alternanza studiata. No One's Grieve è un pezzo drone-metal rafforzato da una chitarra che sfiora l'apoplessia. La voce si espande quasi intenzionata a forzare i vincoli con grida disperate e le chitarre raddoppiano la loro intensità per meglio metterla sotto i riflettori. L'ultimo titolo, si articola in un contesto travagliato ma più morbido, tra distonie del basso e rulli. Torna la calma frattanto ma la chitarra di Stephen O'Malley (Sunn O))) continua ad emettere urla stridenti sapientemente alternate al tema del brano. La voce si fa quasi supplichevole per attrarre la massima attenzione e porre fine a questa violenta orgia di metallo pesante. Pian pianino la voce riesce a recuperare visibilità, sempre tra droni persistenti. Smile è dunque un buon album sperimentale, poco 'giapponese' nella sua apparente assenza di costruzione e di melodia. Probabilmente non è il miglior lavoro dei Boris anche se nell'occasione i tre musicisti riescono in buona parte a fornire lo spettro della percezione cerebrale. 78/100
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Takeshi: Voce, chitarra, basso Anno: 2008 Sul web: |