A Coutances, si era già diffusa la sensazione che si trattasse di un avvenimento.
Perchè quanti avevano avuto già l'opportunità di ascoltare quest'album presentato nella sua interezza di quasi due ore e trenta, realizzato a Londra nel novembre del 2004 non se ne erano ancora ripresi del tutto. Questo perchè il trio creato in origine per elaborare un omaggio al grande Tony Williams si colloca ben oltre il ruolo di semplice formazione tributo. Ben oltre vuol dire Beyond: Trio Beyond appunto. Il formidabile batterista di Miles Davis scomparso nel 1997 è certamente ben presente all'interno dell'album dominato dai colori jazz rock propri degli anni settanta. E non è senz'altro un azzardo se la riproposizione nel 2003 dell'album Emergency di Tony Williams in trio con John McLaughin alla chitarra e l'organista Larry Young costituisca un riferimento ineludibile. Due titoli, Spectrum di Billy Cobham ed il già menzionato Emergency rappresentano in maniera lampante altrettanti riferimenti. Ma al di là di questo esercizio che potrebbe apparire solo di stile, i tre musicisti potrebbero impadronirsi di qualsiasi altro repertorio ed imprimergli verosimilmente il proprio marchio. Perchè allora non avventurarsi nel proporre un brano di spessore quale Big Nick di Coltrane od uno standard pesante come I Fall In Love Too Easily per sagomarli e spingerli ben oltre? Ed è proprio nello spazio di un lungo concerto, completamente affrancato dagli obblighi di forma, che i tre artisti pervengono, in tempo reale, a sviluppare con cotanta perizia dell'improvvisazione un suono ed uno spazio sonoro assolutamente unici. Certo gli anni sono passati ma i tre musicisti geniali pur avendo assaporato altre esperienze musicali nel frattempo, sono in grado di trascendere integralmente il jazz rock (o fusion) proprio degli anni settanta pur sapendone preservare integralmente la fedeltà originaria. Al rock morbido di John Scofield si associa il suono lunare di un Larry Goldings che procede sulle tracce di un altro famoso organista, Larry Young. Scofield sorvola l'esercizio, bilancia omogeneamente improvvisazioni totalmente prive di briglie, citazioni ricche di inventiva in Seven Steps, cori folli e sonorità appiccicose in grado di lasciare di sasso l'ascoltatore come all'interno di Saudades che detta vertici di esecuzione chitarristica. Larry Goldings srotola il tappeto e vezzeggia le inflessioni sonore di Scofield quando non si trasforma lui stesso nel secondo chitarrista come accade in Seven Steps To Heaven dove in un lampo dedica a Coltrane/Elvin Jones, Scofield decide di farsi da parte per lasciare la ribalta a Goldings e Jack De Johnette in un faccia a faccia ad altissima tensione. Per persuadersi del fatto che questo trio è di una complementarità spaventosa oltre che ricca, l'ascoltatore dovrà limitarsi a prestare attenzione alle lunghe introduzioni all'Hammond in As One o su I Fall In Love nelle quali Goldings genera una sorta di etere musicale, un torpore languido completamente elaborato da Scofield che può allora impadronirsi del tema e farlo proprio per intero. Ma il vero uomo guida indiscusso dell'album, colui che costantemente imprime il suo sigillo è l'eccezionale Jack De Johnette, difficilmente (anche con Jarrett) l'ho ascoltato raggiungere una tale sommità nell'esecuzione. Ed appare anche ragionevole pensare che lui solo potesse legittimamente rendere omaggio a Tony Williams. Padrone assoluto dei cymbales ai quali per l'occasione aggiunge alcuni piccoli piatti rovesciati, il suo stile è di diritto ai livelli più ragguardevoli raggiunti dal percussionista di Miles. Ma in realtà la descrizione non è esaustiva, il drumming incarna una sorta di sintesi tra quello di Tony Williams e quello inconfondibile del grande Elvin Jones, probabilmente i più grandi ideatori della batteria jazz prima di Paul Motian. Il merito di De Johnette nell'album è quello di insinuare una tensione sonora permanente, struttura e destruttura la base ritmica fornendo costantemente l'idea di essere "all'interno" del suono, inventa, innova, trascende il discorso musicale dei compagni. In tal senso il suo solo all'interno dei concitati 7/8 di Spectrum, alla maniera di un Billy Cobham, sembra venire realmente da un'altra dimensione. Forse si potrebbe eccepire che Trio Beyond ruoti un pò attorno ai suoi modelli, che presenti qualche piccola tendenza a dilungarsi, ma in realtà è un lavoro starordinario nel quale davvero si avverte la sensazione che questi tre grandi musicisti non si pongano limite alcuno nel muovere attorno ai brani e creare spazi sonori per spingersi e spingerci ben oltre la nostra dimensione musicale. |
Jack De Johnette: Batteria Anno: 2006 |