Il fascino assoluto di John Zorn per lo sviluppo delle arti mistiche ed occulte del diciannovesimo e ventesimo secolo continua nel suo ultimo lavoro Astronome.
L'intero lavoro è dedicato alle stesse tre figure che hanno informato Moonchild, anch'esso del 2006: il mago e filosofo Aleister Crowley, il poeta e drammaturgo Antonin Artaud ed il compositore Edgard Varèse. Il suo quartetto è composto, dallo stesso Zorn che svolge un lavoro a tutto tondo nella organizzazione dell'opera, da Trevor Dunn al basso, Joey Baron alla batteria e da Mike Patton in veste di vocalist. Tutto l'album è strutturato su tre composizioni lunghe non soltanto scritte da Zorn ma anche arrangiate e dirette per attendere alla creazione di una sorta di opera in tre atti o opera "tascabile" in grado di coprire sette episodi. Nelle note di copertina Zorn ipotizza Astronome come la continuazione immaginata di una collaborazione realmente avvenuta tra Varèse ed Artaud. È stato intitolato Astronome ma non è stato mai completato. Zorn utilizzando la sua metodologia di combinazione dell'intensità ipnotica della composizione rituale, della spontaneità magica dell'improvvisazione e del formato della musica moderna (rock), trascende ed oltrepassa il genere rock medesimo, la musica classica, il jazz e la improvvisazione più libera da ogni vincolo. Ne deriva un'opera all'apparenza scomposta nello stile, nella dinamica e nella struttura, ma infine in grado di rivelarsi un lavoro dalla musicalità intensa, con una certa fisionomia che scaturisce dal suono e da una certa libera improvvisazione. La seconda scena che getta un ponte sull'intero lavoro rivela tutti questi elementi e rende anche il senso di tale ordine. Utilizza il materiale tematico dalla scena precedente e lo estende in ogni direzione fino alla terza scena. In essa la musica è violenta, spaziosa, piena di scosse e sorprese e di assoluta intensità. Sembra quasi che l'intenzione di Zorn sia di lasciare ai posteri qualcosa degno di essere considerato un giorno realmente attraente e commovente, in particolar modo nelle parti in cui Patton sembra incantare letteralmente l'ascoltatore con i registri più bassi della sua voce. Proposto con un packaging oserei dire fetish, Astronome è contenuto in una scatola bianca in due parti, lucida con quattro pannelli rappresentativi delle sezioni dello Zodiaco che la circondano. Astronome non penso possa essere spiegato o persino commentato esaustivamente con un linguaggio convenzionale di scrittura; piuttosto ogni amante della complessa musica di John Zorn dovrebbe fare lo sforzo di acquistarlo. È un caposaldo del suo complesso percorso musicale. 75/100
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John Zorn: Composizione, arrangiamento, conduzione Anno: 2006 |