Per apprezzare pienamente Traced In Air, e ciò che i Cynic sono in generale, sarebbe un'ottima idea recuperare quel gran lavoro che fu Focus (1993).
Certo, si potrebbe tranquillamente ascoltare questo nuovo album senza avere la minima idea di cosa significhino musicalmente i Cynic e cosa rappresenti Focus e perchè sia additato come una delle cose più interessanti prodotte a partire da un'idea, in un certo senso sperimentale, di quello che un pò sbrigativamente veniva classificato technical death metal. Quando la reunion dei Cynic è stata annunciata, il batterista Sean Reinert si è espresso per descrivere le intenzioni della band dicendo che il nuovo album sarebbe stato 'more upbeat, energetic, and most important of all, pretty God damn brutal'. Ed in effetti non aveva torto. Le critiche più robuste che erano state mosse nei confronti di Focus negli anni novanta erano relative all'uso troppo carico del vocoder nelle parti vocali, alcuni lo rigettarono recisamente, altri si abbandonarono a lodi sperticate. In ogni modo la voce robotica e meccanizzata di Paul Masvidal fece discutere. Per questo Traced In Air la scelta è ricaduta su soluzioni vocali più nitide, più inclini alla melodia e all'impiego di registri alti; in tal senso il nuovo entrato Tymon Kruidenier svolge il ruolo di guida nel ruvido growl che permea tutto l'album e suona eccellente in The Unknown Guest. Brani quali Evolutionary Sleeper, Integral Birth e Adam's Murmur costituiscono una vetrina formidabile per queste proposte vocali, mentre il lavoro stellare di Masvidal e Kruidenier alle chitarre sferza e incalza le parti cantate. I soli sono letteralmente stordenti, basterà prestare orecchio ad Evolutionary Sleeper e alla sua parte conclusiva, mentre le parti ritmiche si giustappongono alla perfezione in tutto il disco. Così non appare sorprendente che l'album presenti un numero considerevole di pezzi chiave, The Unknown Guest per il mellifluo riff principale, King of Those Who Know per il suo schizofrenico bizantinismo. Ma anche The Space For This che ha un incedere maestoso ed innocente nella sua introduzione. Molto felice è anche la cura dei testi e la varietà; ancora una volta Masvidal ritorna ad abbracciare gli orientamenti teologici, filosofici e spirituali, temi piuttosto desueti nella tradizione più protocollare di certo death metal. Sean Reinert ed il bassista/stickista Sean Malone sono spietati, come da copione. Costituiscono senza dubbio una delle migliori sezioni ritmiche sulla faccia della Terra, Malone non ha bisogno di presentazioni: virtuoso e versatile bassista, con un amore sviscerato per il fretless, si è fatto ammirare per il suo impegno alla guida del progetto Gordian Knot. Qui sfodera lussureggianti linee di basso e forma un binomio fenomenale con Reinert. La traccia d'esordio Nunc Fluens origina con dolcezza, salvo poi degenerare devastata dal martellante drumming di Reinert guida di una frenetica e tribale fuga musicale, Malone ci mette del suo nel menare il pezzo in un finale lento ed infernale. Quanto alla traccia di chiusura, Nunc Stans una sorta di ring composition che chiude il discorso di apertura, nella teologia e nella filosofia indica un punto nel tempo all'interno del quale è arduo stabilire il legame di causalità tra il presente ed il passato. C'è bisogno di uno sforzo interpretativo dell'ascoltatore. Non è semplice prevedere quali saranno gli effetti di Traced In Air, ma è certamente possibile ipotizzare che come Focus, se ci si accosta a questo lavoro con una certa apertura schiuderà la mente di tutti gli amanti della buona musica. Tra le vette di questo 2008. 95/100
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Paul Masvidal: Voce, chitarre Anno: 2008 |