Per realizzare Timelines, Stefano Panunzi si è circondato di un team di musicisti di prim'ordine.
La scelta dell'album è quella di chiamare in causa anche nella fase della composizione taluni dei collaboratori, muovendo attraverso le atmosfere post-rock e più propriamente ambient ma anche all'interno delle soluzioni più vicine al jazz-rock e alla elettronica. Il risultato è una unità che si può senz'altro accostare ad alcuni notevoli lavori quali Cloud About Mercury (1987) di David Torn o Beginning To Melt (1994) di Janson, Barbieri, Karn. La scrittura dei pezzi da parte di Stefano Panunzi rivela acume, modernità ed ispirazione, ne derivano undici pezzi che assorbono evidentemente influssi molto variegati, tra i quali è possibile evincere i Nucleus, il progetto Mastica, ma anche Rain Tree Crow, Alias Grace e perchè no anche i migliori No-Man il tutto omogeneamente mescolato all'interno di una sfera venata da una sensibile personalità. Ecco allora che la title track Timelines ci avvolge in una ambientazione sospesa tra i migliori Porcupine Tree e i già menzionati Alias Grace, mentre The Moon And The Red House sembra subire la influenza di lavori come Gone To Earth (1985) di David Sylvian. Per Underground Panunzi ci lascia attraversare le trame sonore dei soundscapes tessute da lui con maestria assieme a Markus Reuter, nel mentre fa capolino la voce convincente di Giancarlo Erra; in Something To Remember la tromba di Mike Applebaum crea la cornice sonora delle textures elaborate congiuntamente da Stefano Panunzi, Nicola Lori e Peter Chilvers. Tribal Innocence si sviluppa come un piacevole pezzo strumentale, il quale rammenta in parte il Michael Shrieve di Stiletto (1988), mentre il post jazz schizzato da Everything For Her pone in grande rilievo le prove di Nicola Alesini e Mick Karn; No Answer From You e Forgotten Story descrivono un percorso musicale singolare, quasi indefinibile, in bilico tra l'ambient ed il rock. La pregevole Masquerade vergata avvalendosi della collaborazione di Mick Karn, potrebbe essere immaginata come una ideale prosecuzione di un discorso avviato in Acidi E Basi nel 1995 dai Bluvertigo anche se Panunzi si segnala per una maggiore brillantezza negli arrangiamenti e per il ricorso ad ambientazioni in parte più sognanti a tratti più sferzanti. Web Of Memories è un gioiello cesellato dalle parti vocali di Haco che in parte rievoca lavori quali Kingdom Of Dust (1994) di Jakko Jakszyk, con in più una verve insospettabile fornita da Mick Karn e Gavin Harrison assieme al binomio chitarristico Giacomo Anselmi/Nicola Lori. Chiusura affidata ad una cullante I’m Looking For consegnata alle voci di Panunzi e Karn e ai ricami della chitarra di Giancarlo Erra e della tromba di Mike Applebaum i quali si svilupano sulla sontuosa ritmica portata avanti da Karn e Diego Mancini impreziosita dal lavoro inestimabile di Laura Pierazzuoli al cello. Timelines è una gemma rara nel panorama musicale italiano. Inserire il voto in centesimi, ad es: 70/100
|
Stefano Panunzi: Vocals, Keyboards, Samples, Loops Anno: 2005 |