Home Recensioni Live Calibro 35, Milano Odia - Bologna, 6 Aprile 2011

Calibro 35, Milano Odia
Bologna, 6 Aprile 2011

Bologna, 6 Aprile 2011 - Cinema Teatro Perla
Photos: Eulalia Grillo

Una delle pellicole indiscutibilmente assurta al rango di film chiave del genere poliziesco è senza dubbio Milano Odia: la polizia non può sparare, film girato da Umberto Lenzi nel lontano 1974. Le ragioni risiedono in una molteplicità di fattori convergenti quali la nitida visione dei personaggi, la durezza della violenza visiva e verbale, le scelte felici nel montaggio, la freneticità disorientante e la assoluta genialità della colonna sonora composta da Ennio Morricone. Se ciò non risultasse ancora bastevole si potrebbe puntare forte sulla brillantezza della sceneggiatura, in grado di inchiodare lo spettatore alla poltrona, trascinato dalla spirale drogata e disturbata della interpretazione di un grande Tomas Milian supportato dai pur ottimi Ray Lovelock e Henry Silva. L'ambizioso e accattivante obiettivo che i Calibro 35, quartetto di primissimo ordine tra le realtà indipendenti del panorama musicale nostrano, si sono prefissati nel corso dell'attuale tour che li sta conducendo in tutta Italia, è quello di fornire anima musicale in senso tridimensionale alla creatura di Lenzi, in parte riproponendo i temi scritti originariamente da Morricone per la soundtrack, in parte svariando tra le altre composizioni del Maestro romano e attingendo a brani del tutto originali scritti di loro pugno dal gruppo milanese.

Il pubblico presente nel minuto cinema Perla è trasversale, amanti del genere, ammiratori dei Calibro 35, semplici curiosi. Dato il ritardo nella proiezione c'è spazio per dare un'occhiata sul palco alla strumentazione dei musicisti; basso Gibson per Luca Cavina, set ridotto con percussioni per il batterista Fabio Rondanini, tradizionale ed inseparabile Fender Telecaster giallo chiaro per il chitarrista Massimo Martellotta munito di wah wah Vox e qualche sparuto effetto finalizzato alla indispensabile saturazione del suono. Enrico Gabrielli invece si barcamena tra l'impegno ai fiati, suonando alternativamente flauto, sax e clarinetto basso, e l'attività alle tastiere.
La proiezione del film deve essere il vero cuore pulsante dello spettacolo, appare evidente, pertanto si rifugge dall'impiego di orpelli scenici. A testimonianza di ciò, calate le luci, i quattro fanno silenziosamente il loro ingresso nell'oscurità avendo quale unica stella polare la lampada dei rispettivi leggii. Il solo intento è accompagnare i graffi visivi di Lenzi svolgendo il ruolo di contrappunto attraverso la bellissima colonna sonora. L'acustica è buona, lo si capisce sin dalle prime battute, l’incipit tribale del timpano di Rondanini sulle immagini che aprono Milano Odia è subito angoscioso. La metropoli caotica e spietata è solcata nelle sue strade dalla follia di Giulio Sacchi; l'incedere straniante del pianoforte rimarca per intero la cupa violenza di una città tetra e minacciosa. Mentre il film si articola con rapidità e furia selvagge, appare subito lampante come numerose sequenze, costruite e pensate in partenza senza il supporto di suggestioni musicali, abbiano lasciato terreno libero all'estro e alla creatività musicale dei Calibro 35, consentendo loro di innestarvi temi sapientemente riarrangiati giustapposti a pezzi originali in grado di valorizzare anche più energicamente le fasi e le sequenze nodali del film. Ottima allora la scelta di eseguire dal repertorio di Morricone, "Giornata Nera Per L'Ariete" e "Svegliati e Uccidi", e alcuni brani originali quali "Notte in Bovisa", "Svolta sul Caso D'Amario" e "Ballando in Balera".

Fortissime le lacerazioni inferte agli spettatori dalle spietate sequenze del rapimento della giovane figlia del commendatore, Marilù, interpretata dalla brava Laura Belli, e del massacro nella villa, grazie anche alla esaltazione del frangente di ferale allucinazione collettiva sostenuto dalle musiche dei quattro artisti. La vitalità dell'arrangiamento marca i chiaroscuri color sangue delle scene più drammatiche. Milano Odia è un magma del poliziesco italiano con le sue implicazioni politiche e culturali, la perfetta descrizione del clima e degli equilibri sociali, i personaggi caratterizzatissimi, la superba colonna sonora, la costruzione esemplare. Una scommessa ardita quella della sonorizzazione stravinta dai Calibro 35.

 


Massimo Martellotta: Chitarre e lapsteel
Enrico Gabrielli: Organi e fiati
Fabio Rondanini: Batteria
Luca Cavina: Basso elettrico
Tommaso Colliva: Controlli in regia

Data: 06/04/2011
Luogo: Bologna - Cinema Teatro Perla
Genere: Funk

 

 

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