Per chi ha avuto la possibilità di ascoltare almeno una volta la registrazione di un concerto dei Gong tra il 2000 ed il 2001, l’album Live To Infinitea ad esempio, oppure il DVD The Subterranea Gig si sarà accorto della presenza di una traccia strumentale dal titolo Flute Salad realizzata da Theo Travis;
l’aspetto singolare è che può essere definito come un pezzo dalla struttura non definitiva, si tratta di un intermezzo improvvisato che svolgeva il duplice compito di fungere da intro ad Oily Way e di permettere il cambio di abito sulla scena a Daevid Allen. Perciò Flute Salad si trovava ad essere tutte le sere differente, dalla durata mutevole, in funzione della distanza tra il palco e i camerini, dell’arco di tempo impegnato da Allen nel cambio di abito e in definitiva dell'ispirazione dello stesso Travis. Theo Travis ha pensato bene di mettere insieme undici di queste improvvisazioni nell’album intitolato Eleven Bowls Of Acidophilus Flute Salad, edito per la Tonefloat ma in un’edizione in vinile dalla tiratura esigua di sole 200 copie: ne consegue che solo pochi (come me che l’ho avuto da un caro amico) potranno valutare questa insolita espressione della poliedricità di Travis, estremamente abile nel fondere il repertorio musicale dei Gong con il background jazz e con la sua propensione per l’ambient electronica che lo condurrà non troppo dopo a perfezionare a tutto tondo la sua tecnica denominata ambitronics. Tenendo in considerazione gli ottimi esiti di questa tecnica, resi tangibili nel solo lavoro Slow Life ed in For The Love Of Open Spaces avvalendosi della collaborazione di Steve Lawson, la centralità di Eleven Bowls Of Acidophilus Flute Salad come passo mediano appare ben lampante: i saltuari apporti di Chris Taylor, Didier Malherbe e Gwyo Zepix e quelli di Daevid Allen, per l’occasione circoscritti a semplici introduzioni non modificano il succo di questo notevole impegno solista in fase di evoluzione che raggiunge livelli considerevoli in pezzi quali Odense: traccia che si barcamena tra sperimentazione estrema e l’impiego più rockeggiante del flauto, Widnes, Paris realizzata assieme a Malerbe e London. A chi se lo fosse lasciato sfuggire sarà di conforto sapere che una seconda stampa dell'album è stata recentemente approntata dalla etichetta Tonefloat, ma anche che lo stesso Theo Travis per 17 GBP, alle richieste pervenute sul suo sito, risponderà spedendo una copia con tanto di autografo dell’agognato disco. 70/100
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Theo Travis: Flauto Anno: 2006 |