Photos: Eulalia Grillo
Non è annoverato in nessun catalogo di armi, è un diametro inesistente. Il Calibro 35 è una fantasia. Del resto per assistere ad un loro concerto occorre proiettarsi idealmente nella sceneggiatura di un film poliziesco, esattamente come le loro soundtrack, che solo in parte si nutrono di intramontabili capisaldi quali (per menzionarne solo alcuni) Milano Odia di Ennio Morricone, 5 Bambole per la Luna d'Agosto di Piero Umiliani o Preludio da Luis Bacalov.
I Calibro 35 che suonano al Verucchio Festival, nel ventilato ed ospitale sagrato della Chiesa della Collegiata, si presentano deflagranti nella raffinatezza esecutiva, carichi di slanci poderosi che imprimono un segno distintivo attraverso la loro musica strumentale e li allontanano dal riduttivo marchio di semplici esecutori di colonne sonore. Il grande colpo è in atto, il coinvolgimento cresce di concerto con i giri funk della chitarra di Massimo Martellotta, grazie alle ritmiche travolgenti di Luca Cavina e Fabio Rondanini ed incrementato esponenzialmente dai passaggi acid jazz di tastiere e fiati del versatile Enrico Gabrielli. Il risultato è una collisione sonora con il pubblico che ha sapore persino orchestrale nella esposizione dei brani.
Non ci sono band spalla, il colpo è subito diretto. Figure discrete fanno il loro ingresso sul palco, pochi orpelli e tanta sostanza. Il menù è ricco e pesca a piene mani anche dall'album omonimo di esordio del 2008.
Passamontagna calcati sul capo ed è subito "Gangster Story", esaltazione in musica dell'inseguimento, composta da Guido e Maurizio De Angelis e destinato a La polizia incrimina, la legge assolve; pneumatici incandescenti, piombo e polvere sull'asfalto, arricchita da cori, surrogati di sirene di gazzelle e rinnovati incrementi ritmici.
"Eurocrime!" giganteggia, mantenendo in equilibrio il suo riff su un'onda di fiati. Acute note per l'Hammond e caldi giri di basso: uno showdown dal sapore Motown. Giri di bossa, chorus sgarbati e venature di samba."Convergere in Giambellino" è funky sudato proveniente dritto dritto dalle ramificazioni di una Milano di puro e glaciale acciaio cristallizzato. Il pubblico è ora inerme di fronte a rivoli di suono indomabili e minacciosi. Gabrielli gestisce tutto sapientemente, è una guida rassicurante.
La sezione ritmica si fa adesso vorticosa, facile finire fuori tempo battendo le mani, molti gettano la spugna. Martellotta alla chitarra è spesso tramortente, suona nitidissimo, in una coppia di soli senza plettro e con i suoni dilatati è superbo, viene soccorso talora dal flauto traverso di Gabrielli, fulgida testimonianza ne sia la bella versione de "L'esecutore", tetrissimo pezzo notturno in cui il funk sbilenco della chitarra viene accompagnato dal veloce vintage Hammond e dal suono aguzzo del flauto traverso; Enrico Gabrielli è intento, senza apparente difficoltà, a fumare, suonare la tastiera e il flauto traverso o contemporaneamente (!) sax e Hammond.
Talora, ad allentare la morsa interviene una repentina "Bouchet Funk", con il suo carico di dettami prog, estrapolata di peso dal repertorio più felice degli Osanna. Facile adesso che si materializzi la celestiale visione del sinuoso ballo intorno al palo della eroina di Tarantino nella celebre scena della pellicola evergreen, Milano Calibro 9.
In tanti attendono il sibilo di immaginari bossoli di proiettile sagomati sulla porta di "Notte In Bovisa” che puntualmente si palesa nella sua manifesta (e funky) (auto)ironia musicale.
Ma il logoramento è dietro l'angolo e torna a farla da padrone con una versione tirata ed inquietante de "Il consigliori" di Riz Ortolani brano nel quale la composizione privilegiava vistosamente la tensione distillata goccia dopo goccia nell'ascoltatore.
E' una spirale meditata che stritola a piccole dosi, l'esaltazione della presa di coscienza.
C'è spazio ancora per ben due bis evocati a gran voce dal pubblico. Anticipata dalla registrazione audio del duro j'accuse di uno straordinario Gian Maria Volonté nel film di Elio Petri, prende forma la Morriconiana "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto". Materia incandescente su cui si erano già concentrati i Fantômas di Mike Patton ai tempi di The Director's Cut. I Calibro 35 puntano sull'accrescimento del ritmo musicale rispetto all'originale, così il brano eleva il livello della tensione che si viene a creare, definito in maniera ineccepibile dal suono di ciascuno strumento in grado di virare verso ambientazioni surreali.
La bella chiusura è affidata a "L'uomo dagli occhi di ghiaccio", pezzo tratto dalla compilation “Il paese è reale” progetto degli Afterhours, brano cupo, cadenzato e lacerante, costeggia un tema afro, rotta anarchica. Applausi.
Un gran concerto: da oggi anche Verucchio odia.
Massimo Martellotta: Chitarra
Enrico Gabrielli: Fiati, tastiere
Luca Cavina: Basso
Fabio Rondanini: Batteria, percussioni
Tommaso Colliva: Controlli in regia
Data: 22/07/2011
Luogo: Verucchio (RN) - Festival
Genere: Rock/Funk