Con The Whorl fa la sua apparizione con un piacevole e gradito ritorno sulla scena musicale Judy Dyble, artista che nel lontano 1967 legò il suo nome e la sua carriera artistica ai Fairport Convention in qualità di cantante nella formazione originaria del gruppo.
A ben guardare, la collaborazione di Judy Dyble con i Fairport Covention non fu estremamente dilatata nel tempo, ma permane come una tappa fondamentale in quanto esemplificativa e attestativa di una fase nella quale apparivano estremamente robuste le influenze e le sirene di Bob Dylan e di certe soluzioni psichedeliche radicate nella West Coast. Ecco perchè potrebbe apparire lecito (e verosimile) attendersi un lavoro riccamente e radicalmente folk per questo The Whorl, il che è vero solo in parte. Infatti l'album è maggiormente attratto e plasmato sui tracciati musicali che la Dyble, dopo la sua esperienza con i Fairport Convention, intraprese accanto a Giles, Giles, Mc Donald e Robert Fripp, in sostanza quello che potrebbe essere definito come il primigenio nucleo costitutivo dei futuri King Crimson. A tal proposito non appare un caso che all'album collabori anche lo stesso chitarrista Robert Fripp che conduce con i suoi evocativi Frippertronics il lavoro all'interno di atmosfere sonore più spiccatamente etno-folk e avanguardiste. In questo senso merita segnalare la presenza di una atipica e singolare versione resa da parte di Judy Dyble di I Talk To The Wind tratta da In The Court Of The Crimson King, 1969 primo lavoro del sodalizio di Fripp. Al violino figura Simon House che ricorderete per le sue esperienze con Hawkwind nonchè High Tide, il quale innesta all'interno di The Whorl matrice sonora e piglio personalissimi. L'album si delinea come aperto e per nulla inerte, spalancato alla tributarietà di plurime attrazioni ed influenze sonore e stilistiche. Judy Dyble mette in mostra altresì un'ottima tenuta vocale ed un registro e timbro limpidi e privi di cedevolezze, una prova di grande maturità. |
Judy Dyble: Vocals, Autoharp Anno: 2006 |