Anche se gli Umphrey’s McGee non hanno completamente abbandonato la qualifica di jam-band, l'eclettica band di Chicago ha sviluppato nel corso degli ultimi lavori una inclinazione più spiccatamente progressive.
The Bottom Half stupisce non soltanto all'apparenza per la qualità grafica dell'artwork ad opera di Storm Thorgerson, ma soprattutto perchè colloca di diritto gli Umphrey’s McGee quali eredi designati al trono che è stato nel passato di Phish. Il nuovo album consta di un set di 2 CD, il primo è totalmente nuovo e costituito da pezzi che la band ha sempre proposto dal vivo, ma mai registrati in studio. Il secondo disco, invece, contiene la restante quota delle sessions di Safety In Numbers. Risultate lunghe e soddisfacenti sono così sfociate in un secondo capitolo di addirittura 28 brani: prove di studio, versioni differenziate, improvvisazioni. Il progetto originale nelle corde della band era infatti di rendere Safety in Numbers un doppio album, corredato di un disco elettrico ed un altro acustico. Ma dopo la morte di Brian Schultz causata da un guidatore ubriaco, il fuoco delle sessions dell'album si è spostato su un versante più emozionale. Il risultato è stato un album più intenso rispetto alle intenzioni di partenza, mentre l'abbondanza di solido materiale acustico venato da sfumature progressive ha fatto il resto. Nel corso dei circa cinquantuno minuti che costituiscono il disco uno, i sei membri di Umphrey’s McGee si cimentano in qualcosa che assomiglia ad un country alternativo: Memories of Home ma anche la strumentale Great American cui collabora persino Bela Fleck. Due dei brani acustici più efficaci risultano essere Red Room, che potrebbe essere identificata come un singolare country alla Steely Dan, e Divisions, pezzo fiume della durata di circa dieci minuti, epico in salsa Kansas. Su entrambi i dischi, il vocalist e chitarrista Brendan Bayliss conduce per mano la band in territori vocali e sonori inesplorati, liberando l'ultimo Steve Walsh che alberga al suo interno. Invece nel Disco Uno, la title-track esplode letteralmente in una delle sezioni più progressive del gruppo, mentre la song successiva, Bright Lights, Big City, evolve in un funk alla Prince. L'atmosfera esoterica e pop elettronica di Atmosfarag fonde assieme voci distanti, sonorità pop e chill prima di indugiare in un solo di chitarra muscolare e pervasivo. L'inclinazione complessiva del disco è dappertutto confortevole e pacifica ed in effetti si sarebbe configurata fuori luogo all'interno dell'atmosfera provocante ed inquieta che anima Safety In Numbers. Il Disco Uno complessivamente si denota per una maggiore complessità e per una richiesta di maggiore attenzione all'ascoltatore mentre il Disco Due suona più spesso come un tipico album ricco di ebollizioni irregolari. Come highlights figurano differenti versioni di alcune tracce presenti in Safety in Numbers: Words, End of the Road e Liquid, così come la prog Alex’s House. Numerose tracce sono della durata inferiore ai tre minuti, ma il disco tiene meglio del previsto. A questo punto della loro carriera, gli Umphrey’s McGee, credo, dovrebbero abbracciare l'intrigante terreno musicale coperto dal primo disco di The Bottom Half, le tracce in esso ricomprese riflettono correttamente l'immagine di una band sempre alla ricerca di nuovi ed intelligenti ascoltatori. |
Brendan Bayliss: Chitarra, voce Anno: 2007 Sul web: |