Orff concepì i Carmina Burana come un’esperienza totale, pensata non solo per l’ascolto ma anche per la scena, con danze e movimenti coreografici.
Quest’opera, espressione del cosiddetto "teatro totale", unisce musica, parola e gesto in una sintesi espressiva di grande forza, facendo dei Carmina Burana un capolavoro che travalica i confini della musica per farsi esperienza sensoriale e spirituale. Orff adotta uno stile fortemente ritmico, minimalista e diretto, che riflette la sua ricerca di un linguaggio musicale essenziale e primitivo, accessibile e al contempo coinvolgente. L'opus è infatti caratterizzato da ripetizioni ostinate e armonie semplici, spesso modali, che creano un’atmosfera arcaica e solenne. In tal senso, l'uso massiccio di percussioni, il coro imponente e l’impiego di una dinamica volutamente estremizzata danno all'opera un impatto ritmico di rara intensità nella anularità strutturale che ruota attorno al carattere inesorabile della sorte umana. Il soprano Maria Eleonora Caminada è fluttuante e seducente nella sua interpretazione di "Amor Volat Unique" e centra il re acuto nel "Dulcissime" con eleganza e senza affanni. Il baritono Tamon Inoue appare ugualmente efficace sia nel "Primo Vere" come nel tratteggiamento dell'abate dissoluto nella taverna. Interprete interessante, si diletta con successo in passaggi quali "Circa mea pectoral" e gestisce una delicata voce di testa nel "Dies, nox et omnia". Il tenore Marco Ciaponi propone un buon cigno arrostito e gestisce bene la tessitura impegnativa da controtenore che l'assolo richiede non deragliando nel ricorrente falsetto forzato. L'interpretazione del direttore Angius suona rivelatrice; il resoconto è teso e nettamente accentato sin dall'invocazione iniziale dell'opera. Non c'è mancanza di peso, ma grancassa e percussioni risultano potenti ma non opprimenti. Ben resi anche i colori strumentali di Orff da un'ottima orchestra. I cori denotano una buona articolazione e grande sensibilità per la complessità dei testi con i giusti accenti bavaresi. Il "Veris leta facies" è sorprendente per sentimento e palpabilità. In definitiva, una lettura dell'opera molto rispettosa, musicalmente sedimentata e testualmente filologica. |
Carl Orff: “Carmina Burana” , Cantata scenica basata su 24 dei poemi trovati nei testi poetici medievali che portano il medesimo nome. Direttore Marco Angius Maestro del Coro Gea Garatti Ansini Voci Bianche preparate da Alhambra Superchi Soprano Maria Eleonora Caminada Tenore Marco Ciaponi Baritono Tamon Inoue Video Innovio Arts
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Foto: Andrea Ranzi