Home Recensioni Live Orchestra del Teatro Comunale - Bologna, Auditorium Manzoni, 23 Dicembre 2022

Orchestra del Teatro Comunale
Bologna, Auditorium Manzoni, 23 Dicembre 2022


Foto: zack.pirani

 

Il Trittico botticelliano di Ottorino Respighi è un insieme squisitamente colorato di ritratti sonori. Le battute iniziali del primo movimento, ”La Primavera”, sono ricche di effetti caratteristici del compositore con ampio ricorso a trilli e sonorità floride e richiamano le linee iniziali dei celebri “Pini di Roma”, ma in intimi pastelli. La vigorosa direzione di Frizza e la nitida articolazione dell'orchestra riescono ad esprimere efficacemente la gioia marziale che segnala la conclusione dell’inverno. La flessibilità negli improvvisi cambi di dinamica è apparsa ottima, in particolare nelle terzine e nei ritmi irregolari. Echi di corni e trombe e sonorità che introducono i tipici ritmi di danza annunciano il secondo e più lento movimento, “L'adorazione dei Magi”, introdotto dal solo di fagotto, esteso e ben suonato che comprende una variante del noto inno medievale “Veni, Veni Emmanuel” e l'uso da parte di Respighi dell’aria natalizia italiana “Tu scendi dalle stelle”. Le melodie sono delicatamente e ingegnosamente orchestrate e presentano assoli di flauto e fagotto; Respighi stravolge l'inno, declinandolo in nuove chiavi con colpi di scena melodici spesso sorprendenti. Frizza è attento all'equilibrio, assicurandosi che i primi violini non sovrastino i soli dei fiati. Il terzo ed ultimo movimento, “La nascita di Venere”, riconduce il compositore al suo lato più impressionistico, con un'orchestrazione leggera e agile unita allo sviluppo di melodie che si dividono in ottave. L’esecuzione orchestrale tratteggia validamente l’immagine di Venere che sorge dal mare nel punto culminante che cede, in seguito, il posto ad un silenzio improvviso.

 

I Vier letzte Lieder condividono uno stato d'animo elegiaco, ognuno descrive una transizione: dall'inverno alla primavera, dall'estate all'autunno, dal giorno alla notte e infine dalla vita alla morte. Le linee vocali del soprano richiedono una tecnica molto alta ed un tono ricco, uniforme e flessibile in tutto il registro; Vanessa Goikoetxea non delude e fa ricorso ad un uso moderato del vibrato che allontanerebbe dal vero contenuto emotivo delle canzoni. La voce dal suono pieno, virata verso il drammatico, risulta uniformemente abbinata dal fondo della sua gamma alle radiose note alte richieste da Strauss e denota una buona resistenza nelle belle linee legate reggendo il confronto con le storiche esecuzioni di Lucia Popp, Felicity Lott ed Elisabeth Schwarzkopf. Così “Frühling”, procede dall'oscurità alla luce, la sua risacca irrequieta e i suoi eterogenei cambiamenti tonali suggeriscono non solo l'inizio della primavera ma un intero mondo in movimento. “September”, più statica, ha una trama ricca e ingioiellata e un calore che evoca i colori dell'estate e dell'inizio dell'autunno, specialmente nella lunga frase finale della cantante e nel postludio che ne segue. Questo prepara perfettamente l'ascoltatore per l'apertura sommessa di “Beim Schlafengehn”, in cui la voce si innesta quasi con fare colloquiale come se si trovasse nel mezzo di una frase e, al termine del canto, il clarinetto, nel suo registro acuto, si fonde dolcemente con il flauto per i trilli di chiusura. In "Im Abendrot" lo slancio poetico che ha come fuoco la conclusione di ogni cosa, guarda anche all'orizzonte dell'eternità.

Composizione di punta del repertorio romantico, questa Quinta di Čajkovskij diretta da Frizza procede a un ritmo vivace ed energico, con una forte enfasi sui passaggi più drammatici: in particolare il climax degli archi e degli ottoni in entrambe le apparizioni del secondo soggetto del valzer. Dinamica nel primo movimento, appassionata ma sempre fluida nel secondo, elegante nel già menzionato valzer e trionfante, ma mai inutilmente roboante, nel finale. Limitato anche il ricorso al rubato (tanto caro ad Honeck e Gergiev) per generare tensione emotiva. Gli archi suonano con tono pieno e voluttuoso quando in possesso del tema. Nel Corale del quarto movimento, in tonalità maggiore, il tema del destino si afferma in maniera possente echeggiando Karajan (Berlino '70) e Gergiev (Vienna). Ben eseguito anche il solo di corno, dolorosamente malinconico, che apre il secondo movimento dell'”Andante cantabile”. La sezione principale dell’"Allegro" è proposta con la necessaria leggerezza: l’orchestra suona con unanimità di attacco e delicato equilibrio tra le sezioni.

 

 


Riccardo Frizza

direttore

Vanessa Goikoetxea

soprano

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

musiche di:

Ottorino Respighi

Richard Strauss

Pëtr Il'ič Čajkovskij

 

 

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