Home Recensioni Live Orchestra del Teatro Comunale - Bologna, Auditorium Manzoni, 7 Dicembre 2022

Orchestra del Teatro Comunale
Bologna, Auditorium Manzoni, 7 Dicembre 2022


La Canzone dei Ricordi di Martucci appare piuttosto ancorata ai Wesendonk Lieder di Wagner, in particolare nelle orchestrazioni di Mottl. Le sette canzoni sono incentrate sull’amore perduto e sul ricordo che genera tormento nel tempo presente. Da questo spunto il compositore dipinge musicalmente la natura fino a raggiungere un picco emotivo che si dissolve nel rimpianto (“O primavera, o giorni sorridenti”). La lettura di Alekseenok, ben supportata dal soprano Sara Cortolezzis, è fortemente drammatica; sono tenebrosi i clarinetti di "Fior di ginestra", sottilmente echeggiati in chiusura e aspri i passaggi tristaneschi più delicati e crepuscolari. Interessante anche la resa dell’intenzione di costruzione sinfonica nel ciclo, che, muovendo dal testo poetico di Pagliara, varia nel finale la prima canzone recuperandone temi e accompagnamento abbreviandoli o declinando nuove soluzioni. La direzione riesce a bilanciare abilmente i picchi wagneriani di Martucci valorizzando sapientemente il finale controllato e riflessivo.

A partire dalla Quarta Sinfonia, Čajkovskij elabora un'esplorazione musicale del concetto di Fato come forza ineludibile che impedisce di raggiungere la felicità. Concettualmente il riferimento è la Quinta di Beethoven nella spiazzante apertura annunciata da ottoni e fagotti. La tormentata bellezza della melodia dell'oboe, nel principio del secondo movimento dell’Andantino in forma di canzone, si gonfia di intensità e ottimismo, sostenuta dalla struggente contromelodia degli archi e da ottoni in forte espansione che crescono con sorprendente energia prima di placarsi. Nello Scherzo, Čajkovskij si discosta dalla gravità dei movimenti precedenti con archi pizzicati tratteggiando questa fase giocosa sotto la forma di capricciosi arabeschi. Alekseenok dirige con personalità mediando tra le soluzioni interpretative di Mravinsky e le spinte drammatiche di Karajan (Berlino ’70) e gestisce bene le lunghe fasi del movimento lento optando per un Andantino meno legato rispetto alle celebri direzioni di Gergiev ed esaltando le deliziose increspature che nei pizzicati dello Scherzo sembrano evocare uno scenario coreografico. I movimenti interni risultano davvero convincenti. L’orchestra fornisce un’ottima caratterizzazione: dei fiati, potenti negli ottoni e degli archi, ben articolati. Dopo l'eterea conclusione in pianissimo dello Scherzo, il Finale esplode nel fortissimo caratterizzato da frenetici pizzicati e scale impetuose risultando un punto culminante. La melodia popolare del "The Little Birch Tree", diventa materia del tema principale del movimento e gli ottoni fanno rivivere il motivo fatale dell’incipit come una presenza inquietante nell'atmosfera carnevalesca. Il tema del destino, carico di sventura, ritorna ancora una volta, caratteristica ciclica che Čajkovskij ha continuato ad utilizzare e perfezionare nelle due sinfonie che seguiranno: la Manfred e la Sinfonia n.5. Bis a sorpresa per l’applaudito Pizzicato ostinato.

 

 

 

 


Vitali Alekseenok


direttore


Sara Cortolezzis


soprano


Orchestra del Teatro Comunale di Bologna


musiche di:

Giuseppe Martucci

Pëtr Il'ič Čajkovskij,

 

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