Home Recensioni Live Orchestra del Teatro Comunale - Bologna, Auditorium Manzoni, 26 Novembre 2022

Orchestra del Teatro Comunale
Bologna, Auditorium Manzoni, 26 Novembre 2022



Foto: zack.pirani

"Erdbeben. Traume" di Toshio Hosokawa è una suite basata sul romanzo di Heinrich von Kleist "The Earthquake in Chile" e plasma questa parabola sull'instabilità dell'umanità di fronte a situazioni minacciose in un libretto nel quale la corruttibilità delle masse gioca un ruolo importante. Il disastro nucleare di Fukushima ha senza dubbio contribuito a fornire una nuova dimensione al lavoro del compositore. Fortemente legato alla esperienza e alla struttura del teatro Noh, l'opus consente ai personaggi di viaggiare avanti e indietro tra il mondo reale e il mondo onirico; in questo modo il pubblico può vivere un'esperienza profonda attraverso suoni (e immagini) che sono separati dalla loro vita quotidiana. Come l'Hashigakari, la musica si trasforma in un ponte uditivo che raccorda questo mondo e l'altro, sogni e realtà. Nella esecuzione l'ascoltatore può percepire lo sviluppo di suoni interiori che generano un tunnel in grado di mostrare aspetti caleidoscopici attraverso la loro continua trasformazione: in questo flusso si stagliano mostri e voragini di silenzio e inquietanti risacche acquose invitando a penetrare nel suono medesimo e a cercare di coglierne i suoni interiori.

Nei cinque Études-Tableaux di Rachmaninov, l'alchimia di Respighi conferisce ai complessi originali per pianoforte un fascino coloristico e un senso dell'atmosfera amplificato. Rachmaninov stesso aveva trovato i risultati della commissione "sorprendenti". Ne "La mer et les mouettes", Respighi disegna nella partitura una visione sonora di un mare placido. Nel mezzo, l'orchestrazione risulta notevolmente evocativa e l'impiego del gong suggerisce le misteriose profondità dell'oceano. Il breve "La foire" ritrae l'allegria del luna park in una danza colorata, qui suonata con piacevole vigore. Composizione particolarmente solida risulta "Le chaperon rouge et le loup"; l'originale di Rachmaninov illustra molto chiaramente la narrazione, ma l'immaginazione di Respighi la rende ancora più vivida nel felice esito orchestrale.

La seconda sinfonia di Ives è un vortice di citazioni tra frammenti di "Turkey in the Straw", "Long, Long Ago", "Camptown Races", "America the Beautiful", "Columbia, the Gem of the Ocean" ed estrapolazioni da Bach e Beethoven. Angius sfrutta le indicazioni dinamiche e i voli poliritmici di fantasia del compositore in una partitura piuttosto complessa, il risultato è una esecuzione che suona spontanea con una tensione e un incedere vigorosi abbastanza prossimi a quelli contenuti nella celebre registrazione di Bernstein con la New York Philharmonic nel '51. Nell'apertura del primo movimento, l'orchestra suona molto americana e gloriosa (bene gli archi). Permangono intatte le qualità estasianti delle melodie di una delle produzioni più "morbide" per dissonanze del musicista americano. Buon lavoro anche nel coniugare gli aspetti sinfonici più tradizionali dell'opera e gli elementi popolari e vernacolari intessuti nella composizione. Sinfonia insolita perché introduce un quinto movimento ai quattro convenzionali, un Lento Maestoso prima dell'Allegro finale, che contribuisce a conferirle un sentire ancora più romantico comunque ben salvaguardato dalla esecuzione della filarmonica bolognese.

 

 


Marco Angius

direttore

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna


Musiche di:

Hosokawa

Rachmaninov/Respighi

Ives


 

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