Home Recensioni Live Der fliegende Holländer - Bologna, Teatro EuropAuditorium, 29 Gennaio 2023

Der fliegende Holländer
Bologna, Teatro EuropAuditorium, 29 Gennaio 2023


Foto: Andrea Ranzi

Der fliegende Holländer è spesso considerata la prima opera matura di Wagner, in cui inizia ad emergere il suo famoso sistema di leitmotiv. Non ha ancora la complessità che avrebbe perfezionato nel Ring, ma è inconfondibilmente da quelle parti, poiché i temi musicali denotano già il carattere, supportano la messa in scena ed evidenziano la tensione drammatica. È una sorta di primo passo verso la sua nozione di Gesamtkunstwerk, o “opera d'arte totale”, in cui tutti gli elementi della performance si combinano in un effetto unificante. Il regista Paul Curran, sensibile alle tendenze allegoriche di Wagner, ha bisogno di una vera trama psicologica per sostenerne il simbolismo e colloca i cantanti nella cornice di un realismo emotivo in grado di controbilanciare la natura fantastica della storia. L’obiettivo è rivelare un aspetto centrale dell'opera, spesso dimenticato o sottovalutato: il dramma di non poter morire che coinvolgerà anche Kundry e Amfortas nel Parsifal; in modo sottile, ma inesorabile, la regia impernia l'opera attorno al personaggio di Senta, costruendo un'immagine commovente e monumentale del suo sacrificio. Il Teatro EuropAuditorium, chiamato a surrogare il Comunale in pausa per un lungo restauro, consente una rappresentazione statica per assenza di profondità, ma la regia riesce a trarne il meglio impiegando dei visual per evocare la dinamica dei flutti e facendo ricorso a semplici, ma apprezzabili giustapposizioni di chiglie e proponendo nel focolare l’immagine di un minuto laboratorio tessile all’interno del quale Senta è rapita da una gigantografia del Viandante/Olandese di Friedrich.

Goran Jurić ha mostrato flessibilità e presenza scenica nei panni di Daland, specialmente in “Mögst du, mein Kind, den fremden Mann willkommen heißen“ all’atto di ricongiungere l'olandese con Senta in un misto di calcolo e ingenuità. Paolo Antognetti ha sfruttato al meglio il momento da Steuermann, In "Mit Gewitter und Sturm aus fernem Meer" cantando bene, e salendo fino al Si♭ più alto con una libertà squillante. A parte alcuni cali di tono, che erano probabilmente il risultato della difficoltà di collocarsi nel muro sonoro dell'orchestra, la sua performance è stata di livello. Anton Keremidtchiev è un Olandese dal timbro brunito e ha mostrato un certo talento nella sua gamma media con un canto in legato davvero solido e coerente. Convincente nei duetti con Daland e con Senta e in “Wohl hub auch ich voll Sehnsucht meine Blikke” è riuscito a fare trasparire le più nobili qualità del personaggio. Sonja Šarić, come Senta, fa un uso equilibrato del vibrato, sempre attentamente controllato. Ha una preziosa ricchezza da contralto nel registro inferiore ed estensione e fraseggio di qualità. Ha ricevuto meritate ovazioni alla fine della performance; i suoi Do e Si naturali alti hanno affascinato il pubblico. L’Heldentenor Alexander Schulz interpreta Erik con una performance più belcantistica. Il suo tono è sorprendentemente leggero e fluttuante e contrasta bene con le voci prevalentemente più pesanti del resto del cast. La prova è complicata per i tenori che devono destreggiarsi nella trama sonora che spesso li sospende nel passaggio con frequenti Fa e Sol acuti, ma se la cavano senza imbarazzi. Marina Ogii è infine una Mary dalla voce sorprendentemente ricca. Bene l’orchestra in una location spietata e vigoroso il coro, mentre la direzione di Oksana Lyniv è chiara, energica e infonde all'opera potenza e dinamismo irresistibili fin dalle prime note dell’Ouverture controllando le dinamiche, rendendo udibili le voci centrali e coordinando le transizioni più difficili soprattutto nella gestione dello scivoloso coro dei marinai nel terzo atto. La direzione della citata Ouverture, per profondità, ha ricordato le interpretazioni wagneriane di Hans Knappertsbusch e Sir Reginald Goodall e la gestione segnatamente contrastante delle sezioni Allegro con brio, Andante e Molto espressivo hanno bilanciato idealmente la tensione ritmica con l’imperturbabilità del romanticismo wagneriano.

 

 

 

 

 

 


Direttrice: Oksana Lyniv

Regia: Paul Curran

Maestro del Coro: Gea Garatti Ansini

Interpreti principali

Daland: Goran Jurić

Senta: Sonja Šarić

L'Olandese: Anton Keremidtchiev

Erik: Alexander Schulz

Mary: Marina Ogii

Timoniere di Daland: Paolo Antognetti

Orchestra Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna

 

 

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