La prima sensazione che l'ascoltatore ha di Present, l'ultimo lavoro dei VDGG, è la sintesi del suo pregio/limite.
Infatti è come se il tempo non fosse mai trascorso da Pawn Hearts. Il suono è quello del Generatore di un tempo, la voce di Hammill è sempre la stessa. Quelli del primo disco sono circa trentasette minuti di personalità, apertamente caratterizzati tuttavia dalla sensazione che l'interazione tra i vari membri del gruppo non sia ancora perfettamente ricompattata. L'esordio con Boleas panic e Every bloody emperor è un cimento di melodia nel quale si evince il contatto stretto con la produzione del solo Hammill (soprattutto gli echi del suo lavoro del 1971 Fools Mate). Più che di pezzi strutturati l'album vive di molecole che hanno costruzioni ricche di lampi ma che non culminano in una architettura vocale "compiuta". La sensazione è quella di armonie e melodie che suggeriscono, che evocano, bozze per un lavoro in divenire. Abandon Ship ad esempio ripercorre le tracce del Daevid Allen più ispirato di You con un gironzolare vocale senza meta attraversato da un eccellente traccia di organo Hammond. Ma l'album consta anche di un secondo disco nel quale i VDGG lasciano spazio alla sola improvvisazione strumentale nella quale c'è spazio per reiterare l'immaginaria continuazione dei fasti dello storico Lemmings. Jackson offre la particolarità di rendere il proprio strumento (soprattutto i sax tenore e contralto) da melodico ad armonico anche suonandone due al tempo stesso. Hammill rifugge (giustificato) i toni eccessivamente alti ma non sfigura affatto, Banton ha il compito di attendere alla organizzazione dei bassi attraverso la tastiera dell'organo con ottimi risultati. Infine la sezione ritmica di Guy Evans svolge la funzione di collante tra le diverse anime musicali con Hammill a eseguire parti "sporche" di chitarra anche con il piano. In definitiva Present è la cosa migliore che negli ultimi anni, a mio parere, abbia offerto una reunion musicale di giganti costretti a misurarsi con la grandezza del loro passato. |
Hugh Banton: Tastiere, basso, chitarra Anno: 2005 Sul web: |