Mentre Radiale sviluppava il duello all'ultimo sangue tra gli Zu, terroristi jazz-trash-funk, e Spaceways Inc. di Ken Vandermark, questo How To Raise An Ox registrato nell'ottobre del 2004 a Roma vede accanto ai tre musicisti capitolini l'ottimo sassofonista Mats Gustafsson.
Le sonorità, ben 2 sassofoni baritoni, un basso ed una batteria, mettono a soqquadro le interiora. L'artwork di Scarful dai tratti grafici ispirati da Raymond Pettibon è accattivante come sempre. Andy Moor chitarrista di The Ex, e grande amico degli Zu ne ha invece curato il mastering. Nel suo libro sull'improvvisazione, Derek Bailey poneva l'accento sul fatto che tale arte non ha alcunchè di un genere musicale, e che si caratterizzi piuttosto per una qualità fondamentale: la transdisciplinarità. Potrebbe essere questa la ragione per cui la liberazione in senso free che ha avuto luogo nel seno del Jazz durante gli anni sessanta si sia irradiata da allora in tutti i generi, travolgendoli al suo vorticoso passaggio. Zu è il diretto discendente di uno di questi incontri, tra l'art-rock e il free-Jazz: un trio atipico per certi versi nel coniugare basso elettrico, batteria e sassofono baritono. Dopo la realizzazione di Bromio nel 1999, il talento degli Zu non ha dovuto più dimostrare nulla, ed il gusto per l'improvvisazione, tipico dell'improvvisazione libera, si ritrova pienamente confermato in tutti i loro successivi lavori: dopo un disco con il chitarrista Eugene Chadbourne nel 2000 ed un altro con i già menzionati Spaceways Inc. di Ken Vandermark (all'epoca della tournée-anniversario dei The Ex), ecco che si sviluppa un nuovo invito del trio, questa volta rivolto al sassofonista Mats Gustafsson. In effetti How To Raise An Ox conferma la tendenza degli Zu ad innestare molteplici esperienze musicali all'interno del free-Jazz più di quanto non fosse frequente nel corso degli esordi. Nato durante gli anni sessanta, d'origine svedese, Mats Gustafsson è stato un accolito occasionale di Ken Vandermark e Derek Bailey. Per quello che lo riguarda, si potrebbe dire che abbia percorso l'altra metà del cammino, giacchè ha dato vita nel 2000 al trio The Thing, e l'esperienza non ha nulla a che vedere con gli Stooges o con gruppi che ad essi si ispirino. Il risultato è ancora una fantastica registrazione da segnalare all'attivo di Zu e Gustafsson, in termini di coniugazione di volta in volta del verbo free-Jazz e rock, con in più la non trascurabile abilità nell'impiego dei breaks e del silenzio, che il free ha generalmente non poche difficoltà ad utilizzare, ed un'abilità sorprendente nel lasciar cadere la tonalità per creare sonorità trascinanti come il rock dimostra talora di non essere in grado di fare. La collisione dei due sax baritoni è appassionante in tutto l'album, i suoni si intrecciano, si lambiscono, si accapigliano, si confondono di tanto in tanto; verrebbe la tentazione di identificare nel doppio sax la migliore ragion d'essere di How To Raise An Ox, ma in realtà occorre sottolineare come anche gli altri due membri permanenti degli Zu siano sotto una luce soffusa solo apparente, suonando come sempre e alla loro maniera: efficace ed intelligente. |
Massimo Pupillo: Basso Anno: 2005 Sul web: |