Photo Courtesy: Alessandro Ruggeri
Per chi non lo sapesse, il Trio Bobo nasce come progetto fusion strutturato attorno alla sezione ritmica degli Elio e le Storie Tese nel lontano 2004. Parliamo di Christian Meyer alla batteria, Faso al basso ed Alessio Menconi alla chitarra che, nell'anno successivo, pubblicano un album eterogeneo costituito da brani ideati, quasi per scherzo in quella che Christian Meyer, impugnando con simpatica bravura il microfono a presentazione della serata, definisce la cantina personale di Faso.
E' corretto, allora, parlare di un progetto nato per divertirsi e fare convergere l'enorme amore per la musica, ma anche al fine di perfezionare le rispettive qualità e produrre musica in aperta opposizione alle logiche del mercato.
Il cuore pulsante della loro attività è sia l'abilità compositiva dei tre musicisti che la profonda varietà di spunti ed il desiderio di non ancorarsi asfitticamente ad un solo genere, ma di spingersi sino a contaminare l'insieme con innumerevoli influenze. Tutto è funzionale, insomma, alla creazione di una sorta di idea di musica 'globale'.
Dal vivo ogni pezzo svela una dinamicità sorprendente, supportato con maestria dalle capacità di adattamento di basso e batteria che danno forma ad un impianto sul quale si posa, anche soavemente, la chitarra di Menconi, ma non mancano spazi di grande intensità nei quali il dinamismo regna sovrano fornendo vitalità e tiro dal vivo al full-lenght partorito 'live' in studio.
Il Trio Bobo dal vivo è devastante, i tre sono impeccabili nell'esecuzione, conformemente ai dettami del miglior jazz rock: per ogni mutamento di registro del basso di Faso, Meyer è abile nel rispondere alle percussioni indicando il filo conduttore da seguire all'interno del quale la chitarra di Menconi si innesta in piena sinergia fornendo le direttrici sulle quali la sua sei corde può articolare e definire il resto della composizione.
I tre lavorano con grande classe: compattezza ed aperture all'improvvisazione, composizione, disarticolazione e ripristino dell'equilibrio iniziale, una sorta di jam session dilatata magicamente per oltre un'ora di esibizione.
Il risultato è l'esposizione di un insegnamento che ha radici pregiate e raffinatissime, la dottrina dei vertici del jazz rock e della fusion quali John McLaughlin e la Mahavishnu Orchestra, i Soft Machine e ancora John Scofield, e Mike Stern, Joe Zawinul ed i Weather Report o trasversalmente certa produzione dei Matching Mole.
La vera forza del trio risiede, senza dubbio, nella capacità di raggiungere una sintesi tra la creatività dei singoli elementi; grande tecnica combinata a raffinatezza mai finalizzata al funambolismo. In tal senso è evidente l'attenzione di Faso e Menconi per l’esposizione dei temi e la scelta di optare per spazi di invenzione a tre piuttosto che prediligere i singoli soli. Raramente, infatti, le parti soliste superano la soglia dei due chorus.
E così la cavalcata musicale spazia tra brani spericolati, quali Drama in Jamaica incardinato su un reggae ibrido in 6/4 nutrito di soli bluesy caldissimi, atmosfere jazz e boogie nelle quali è possibile avvertire le citazioni di una stravolta Summertime dal Porgy and Bess musicato da Gershwin, oppure l'entrata jazz-fusion della latinissima Poinciana del duo Nat Simon/Buddy Bernier. Pezzo che spiazza nella sua rilettura: attendi vanamente artifici di Menconi alla chitarra e lui sibila note. La ritmica plana poi su un soffice mid-tempo.
Grande lavoro quello di Meyer, tecnica di ferro alle percussioni ma puntando forte sul groove, anche nei soli, evitando di premere troppo sui continui fraseggi.
Notevolissima la reinterpretazione della storica Volcano For Hire di Joe Zawinul, all'epoca dell'impegno nei Weather Report, riarrangiata in maniera inappuntabile, a tratti solo accarezzata.
Chiusura con bis chilometrico, all'interno del quale i tre si divertono a incastrare in un riff ossessivo suggestioni musicali, lasciando al pubblico il compito di indovinare il pezzo solo accennato. C'è allora spazio per un vero e proprio percorso nella storia della musica a trecentosessanta gradi che tocca pezzi quali Highway Star o Smoke On The Water dei Deep Purple, i Pink Floyd di Wish You Were Here e Shine On You Crazy Diamond o ancora i Beatles di Come Together e lo Stevie Wonder di Superstition, per dirne solo alcuni.
Applausi a scena aperta: la musica in Italia gode ancora di ottima salute.
Faso: Basso
Alessio Menconi: Chitarra
Christian Meyer: Batteria
Data: 14/10/2010
Luogo: Bologna - Bravo Caffè
Genere: Fusion