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Hildr Valkyrie
Shield Brothers Of Valhalla

Dopo aver ascoltato questo dischetto sino alla nausea traggo alcune conclusioni, la prima che si tratta di un buon esempio di musica metal tradizionale onirica e teatrale, un epico omaggio alla fierezza della paganità. In secondo luogo non dico che la fierezza delle antiche gesta, gli oscuri ricordi celati nel mito, i lontani credo e fumosi rituali andati persi o depredati dalla cultura imposta non debbano essere riesumati e magari abbelliti con la musica folk, ma ciò che riscopro tramite questo disco è semplicemente la bellissima voce della protagonista del progetto Hildr Valkyrie, non posso dare lei però il merito di avere regalato un valore aggiunto alle sue parole e ai suoi canti perché la musica in questione pecca leggermente di personalità e originalità, oltre a non avere il giusto spessore che trasmetta quel feeling guerresco e sognante al medesimo tempo.
Hildr Valkyrie è certamente una bravissima vocalist e una buona poli-strumentista (tastiere e drum programming), la sua voce va dall'etereo su toni alti e celestiali ad accenni di rabbia contenuta e altissimi corali, un mix di angelica delicatezza e toni epici, ma la musica non arriva a toccare il cuore come mi sarei aspettato, forse danneggiata da arrangiamenti molto semplicistici e ripetitivi che alla lunga distolgono quasi l'attenzione, dalla presenza ristretta di chitarre e strumenti elettrici e soprattutto tradizionali, se non riprodotti sinteticamente almeno in modo appena accennato, qui invece a farla da padrona sono le tastiere e campionature ‘ambientaleggianti’ talmente semplici che tutto ricade sui suoni freddi, marziali e 'soundscapici' di synth e poco più, poi se si afferma che una delle song migliori è la terza "Valkyrja's Spoken Words", che risente fortemente dello stile dei mitici Falkebach, allora si capisce perché sono rimasto un poco deluso dall'esecuzione di questa che poteva anche essere una release di tutto spicco...

La voce candida di Hildr Valkyrie potrà di sicuro fare compagnia alle altre dell'olimpo delle metal ladies of chants, il suo stile riempie il cuore ed emoziona, ma se ci si vuole etichettare Folk/Viking Metal la strada è ancora lunga, o meglio il passo sarebbe breve, basterebbe aggiungere a questa gia ottima base di background degli arrangiamenti supplementari da parte di veri musicisti con forti ricami e imponenti arrangiamenti eseguiti con maestria.

Di certo ci sono passi in avanti rispetto al precedente demo Deceiful Fate rilasciato nel 2004, e questo Shield Brothers Of Valhalla ha tutte le carte in tavola per essere un buon disco dove la metal lady ellenica (Atene) indora con la sua magnifica voce delle lunghe suites dove le orchestrazioni minimali la fanno da padrone (Summoning), certi pezzi si trascinano lentamente altri invece colpiscono più nel segno con soluzioni che si alternano e restano meglio impresse nella mente dell'ascoltatore con orchestrazioni sovrapposte su vari strati, se poi aggiungiamo che canta della sua fede pagana (Ásatrú) in modo chiaro e convinto allora il gioco si fa ancora più interessante con una sorta di idilliache fiabe in musica.

La principessa in questione è solo dal 2005 che comincia la sua carriera da solista, ma precedentemente si è fatta le ossa con varie bands e tuttora collabora a molti progetti, così possiamo vedere e sentire il suo apporto con Folkearth (session members dalla più disparate nazioni con un unico credo comune: il paganesimo e il folk metal) e poi con Uruk Hai (Austria) e Morgan the Bard (progetto italico di musica medievale, celtica e fantasy), Voluspaa (Norvegia), Ruthin (UK), Death Army (italiani che cantano gesta dei Longobardi), Sacred Blood (Grecia, dove si occupa dei cori femminili e recita nella parte dell'Oracolo nella canzone 'Oracle'), Dol Amroth (Grecia).

Quindi alla fine della fiera il suo stile oltre al canto del tutto particolare, ispirato e aristocratico si può denominare come la fusione delle 2 bands dalle quali trae ispirazione: Falkenbach e Summoning, con la base onnipresente direi per questo genere dei padri Bathory (senti l'ultima "Ring of Gold" per non dire che i suddetti non piacciono alla bella Hildr).

L'apertura con "The Battle Valkyrie" mi riporta ai mitici Elend forse per via dei vocalizzi eterei e organi e orchestrazione ai limiti con l'ambient, ci si ritrova in un atrio che sa di passaggio tra i vivi e gli dei fatto di echi e monumentali synth che sa anche di Parnassus nelle loro vorticose orchestrazioni, la seconda traccia "All Mighty Gods" è pomposa e marziale al medesimo tempo, accompagnata da organi e battito tribale/guerresco con i contorni maestosi delle doppie e triple vocals ed atmosfere fredde e spettrali che si ripetono sempre nello stesso modo senza troppe varianti. "Valkyrja's Spoken Words" potrebbe essere una song scritta da Vratyas Vakyas anche se nella parte centrale del disco si sente l'impronta importante di Hildr, la traccia è certamente catalogabile nel symphonic viking metal. C'è poi spazio per "Father and Son" che mi piace di meno, la sento un poco fiacca con la solita ricetta (intro e ritornello, intro ritornello, intro...), senza miscela di stili ma epica al punto giusto e fiera che si regge sul binomio chitarre e spoken word anche qui la saga continua per 7 minuti e più tanto è che mi sovviene il sospetto che in questo caso la musica sia il solo pretesto per narrare le parole, fino ad arrivare alla parte migliore del disco.
Proprio in tracce come "To Wallhall Shall Meet" (5 minuti e 59 secondi di immensità diluita in una track tanto semplice quanto convincente, finalmente chitarre graffianti ed un assalto guerrafondaio come piace a me, l'unica pecca forse la sola aggraziata voce di Hildr, con una seconda o doppia voce maschile sarebbe venuta molto meglio come la parte finale della track conferma...) anche in "Thor, the Thunder God" si evince tutto il prode orgoglio pagano per gli Asi e la cultura Scandinava mostrando non solo una spiccata capacità di creare atmosfere sognanti ma anche una estremo bisogno fisiologico di prolissità, lo dimostra la durata media dei brani ben oltre i 6 minuti per molte tracce così che ci si trova un poco sconcertati perché i brani migliori scorrono troppo in fretta e gli altri molto meno e gli stessi intermezzi non bastano a rendere il cd più dinamico. Ma forse non è questo l'intento della musicista ma semplicemente la voglia di fare musica e di porre le basi per un perfetto connubio parole e testi con una cucitura musicale a tappeto che accompagni la descrizione delle mitologiche gesta.
In "Shield Brothers of Valhalla" si sentono delle somiglianze con il sound di Pazuzu e Raventhrone, il che non dispiace per nulla, anzi dona quel alone di mistero che dovrebbe essere immancabile in album che trattano questo genere di tematiche, tuttavia il presentimento che l'opera non sia del tutto compiuta resta ... interessante l'accenno della cantante ad un mood rabbioso seppure fulmineo nella parte conclusiva del brano.
Chiudono il disco l'outro (molto bella, da l'impressione quasi del canto di Partenope, Leucosia e Ligia) e 2 cover davvero ben concepite ma che perdono il feeling delle originali: "Havamal" dei Falkenbach (dove appaiono per la prima volta le chitarre distorte e acustiche 'epicheggianti' e 'cavalcanti' che non male avrebbero fatto all'intera economia dell'album) e "Ring of Gold" (Bathory), la voce come al solito si dimostra all'altezza, ancora una volta cambia e diventa sul serio interessante, cantare con certe tonalità non è facile, credetemi.

In definitiva un disco che illude e che fa sognare ad occhi aperti ma che alla fine non appaga completamente. Peccato per me, a tutti gli altri 'folkomani' piacerà non poco invece, una cosa è certa, se volete ascoltare della musica piacevole, ben quadrata e professionale ed al contempo priva di velleità questo disco fa al caso vostro.

70/100


Hildr Valkyrie : Voce, tutti gli strumenti

Guests:
Alboin: Chitarra
Thanos: Screams n' Narrations in "To Walhall Shall Meet"
Aled Pashley: Chitarra, drum programming (to 2 tracks)

Anno: 2008
Label: Stygian Crypt
Genere: Viking/Epic/Folk Metal

Tracklist:
01. The Battle Valkyrie (Intro)
02. All Mighty Gods
03. Valkyrja's Spoken Words
04. Father and Son
05. Thor, the Thunder God
06. To Wallhall Shall Meet
07. Shield Brothers of Valhalla
08. Riding Through the Battle (Outro)
09. Havamal (Falkenbach cover)
10. Ring of Gold (Bathory cover)

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