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Natrium
Inscribed In The Victims Scars

Seguendo le orme dei conterranei Worstenemy, forse il primo ed unico gruppo death metal underground con una certa continuità e tradizione in terra di Sardegna, anche gli isolani Natrium, seppure su coordinate diverse, riempiono la già folta schiera di new-comers in ambito estremo proveniente da questa scena a se stante rispetto a quella della penisola, anche qui abbiamo una metamorfosi che porta il gruppo nel corso di ben 4 demo e dopo vari sconvolgimenti di line-up, dal 2000 ad oggi a cambiare rotta evolutiva dal thrash estremo al death brutale. Il platter dimostra ancora una volta che l'isola é una fucina di metallo pesante da non sottovalutare, il sound che li caratterizza é un buon mix di death americano e old school in northern style, individuabile da subito per la lentezza 'zombificata' e per le varie incursioni del drumming quasi sempre impostato se non per qualche accelerazione e per l'uso della doppia cassa veloce in alcuni cambi di tempo e qualche tecnicismo sparso qua e là, apprezzabile il lavoro del riffing (molto nervoso) che seppur non rivoluzionario contiene in se lo spirito puro e anche qualcosa in più con alcuni intermezzi solistici e qualche armonizzazione liquida e serpeggiante con un basso a supporto ben calibrato seppure non capace di scuotere le corde con lo spessore dovuto, c'è poi il ricarico della voce in pieno atteggiamento gutturale devoto ai 'preistorici' albori del death metal cimiteriale nord europeo...

Il demo suona bene, ci sono 5 tracce non tutte all'altezza, la più completa mi pare "Torture the Truth" che con i suoi 5 minuti e più ci da un tornaconto di cosa sono capaci di fare i 5 elementi della band, una buona base si sente e c'é di sicuro abbastanza convinzione, mancano solo una dose di coraggio ed esperienza in più magari con qualche nuova idea esecutiva e di arrangiamento, ma come dicevo le prospettive per un futuro buon album (in lavorazione) ci sarebbero tutte.

Di background i Natrium hanno di certo alle spalle varie esperienze antecedenti ed un buon feeling chi con il death, chi con il brutal e chi con il grind, quindi l'abc è ormai acquisito, con una registrazione migliore e una buona dose di maturazione in riferimento all'aspetto live penso che potrebbero risultare ok.
Il lavoro nel suo insieme è da sufficienza ed essendo un demo gli si può attribuire tranquillamente un mezzo voto in più, ma la prossima volta se avrò in mano il vostro full-length non sarò di manica così larga.

In Inscribed in the Victims Scars i Natrium masticano kilometri e kilometri a partire dalla title track, 3,33 minuti di nauseabondo brutal death dai tempi mid, mostruoso l'incedere e capace di dare gli stessi input dei nomi più blasonati alle loro prime esperienze da demotape.
Il riffing molesto e capace di avvolgere serpeggiante e mefitico dal non impressionante mood ma certo preciso e devoto alla ritmica più che al "solismo", da elogiare la trasparenza della proposta perché spesso i gruppi odierni per essere più apprezzabili si fanno corrompere dal new metal o death core e frescacce varie invece i Natrium preferisco percorrere la strada della coerenza, della passione e perseveranza piuttosto che le mode, bravi!
Non aspettatevi blast beats, o fraseggi complicatissimi, non thrash cristallino (che forse si affaccia per un paio di secondi solo in "Torture the Truth") e dal refrain orecchiabile ed assimilabile, ma una bordata di riff dal corpulento incedere, un cadaverico tanfo di morte e qualche richiamo tecnico nella sola esecuzione dei solos di chitarra (senti "Eyes of Ineluctability").

"Compulsive Enslavement" ci rimanda ancora più lontano, indietro nel tempo, dove gia altri hanno osato di più, mi ricorda un poco il mood dei Six Feet Under ma non voglio sminuire troppo il combo sardo con facili paragoni poiché il brano sa anche di un qualcosa in più, c'é una certa reminiscienza di metal primitivo che non guasta di certo.

Si chiude con "[b]Portrait of Terror", potremmo parlare sino a domani dei pezzi precedenti sia positivamente che negativamente ma questo é il meno bello del set, il classico pezzo che non aggiunge nulla né toglie, di brani così un gruppo brutalgore ne fa a migliaia, certo i nostri sanno ben cimentarsi anche con i tempi più veloci e questo é un altro dardo in loro possesso, utile per creare quella variegata qualità di impostazioni che rende più ascoltabile un disco. Per la cronaca il pezzo quasi sul finire ha un decadimento ai limite con il doom quei classici rallentamenti satanici che fecero grandi i Morbid Angel...

La qualità amatoriale della registrazione da al tutto un sapore terribilmente umido ed ammuffito da scantinato underground ma credetemi è questo il suono del vero death metal non le produzioni super leccate e spesso ricche di editing e suoni studiati a tavolino o appioppati dal produttore del suono di turno. Con questo non sto dicendo che questa sarebbe la qualità del sound che dovrebbe avere un gruppo a livello di album ufficiale...sia ben chiaro a tutti, per avere attenzione e una resa professionale purtroppo si deve spendere e non basta mai arrangiarsi.

A questi giovani deathster non posso che augurare buona fortuna per la prossima uscita consigliando loro di non avere mai fretta né presunzione di sentirsi arrivati e soprattutto di lavorare in sordina senza proclami ma con passione ed umiltà: i risultati non tarderanno ad arrivare. L'EP é da ascoltare, il gruppo da supportare, quindi cercate di essere meno esterofili e provate qualcosa di nostrano e genuino. Ave Natrium!

65/100


Lorenzo Orru: Voce
Alessio Locci: Chitarra
Andrea De Muro: Chitarra
Lucio Manca: Basso
Edoardo De Muro: Batteria

Anno: 2008
Label: Autoprodotto
Genere: Death Metal

Tracklist:
01. Inscribed in the Victims Scars
02. Torture the Truth
03. Eyes of Ineluctability
04. Compulsive Enslavement
05. Portrait of Terror

Sul web:
Natrium @MySpace

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