Eccoci qua alla prima fatica dei MOROR, band della quale so ancora meno del precedente gruppo proveniente dalla stessa area, a parte che sono Russi (o meglio Ucraini) e che fanno un metal core, groove oriented in linea con le mode del momento (la Russia mi ricorda l'Italia degli anni 90 dove tutto arrivava con un bel ritardo, comprese le mode...), ma qui c'è un gruppo tutto d'un pezzo, che senza infamia e né lode intesse le sue trame in ben 10 song con sconfinamenti anche nel death core più duro che non lasciano dubbio sul carattere dell’ensemble. Per fan di Meshuggah, Fear Factory, ...etc, etc, etc... Immergetevi nella musica dei MOROR per capire di che cosa sto parlando.Le liriche riguardano varie riflessioni poetiche e la continua lotta dell'individuo come tale rapportato alla struttura sociale malata e contaminata da valori spesso inumani, ma c'è anche dell'altro... In definitiva immaginiamo un certo quantitativo di backgrounds ed un buon mix di tutto quello che ha offerto la scena Groove Metal / Metalcore dell'ultimo decennio e aggiungiamo un ottimo guitar riffing, una batteria e ritmica ossessivamente groove e delle vocals varie e bene differenziate, avremo questo ‘medio’ ma non eccelso album Abyss, capace di sprigionare energia come un uragano ma di offrire momenti riflessivi combinato con una tecnica strumentale ed esecutiva senza sbavature; da ricordare che anche la melodia non manca, intervallata da varie intro ed un connubio 'luci ed ombre' che di certo piacerà anche ai fan dell'ultimo secondo. Il brano migliore è "Road to the Abyss", che inizia con un giro di chitarra vincente e poi si dipana in un metal distorto molto ruvido e assassino, dove solo alla metà fa capolino la solita ritmica 'mosh oriented' che tuttavia non rovina il brano che si riprende con i soli di chitarra epici e altisonanti davvero belli, che ci danno una fotografia di quello che i Moror possono fare se si liberano dagli schemi del genere ‘core’ per defilarsi sul metal più lineare ed 'heaviness'. Per fortuna con il successivo "It's Early To Go Away" si ritorna ai chitarroni distorti, a riff possenti e corde stoppate con un groove catchy e vocioni scream/gutturali di giusto apporto alla voce maschile dalle intonazioni pulite. Riescono ad essere terribilmente aggressivi e melodici al contempo come la notte e il giorno, certo questo non è il mio genere preferito e track come "Have Not failed" non sono il massimo per le mie orecchie, per la cronaca si tratta di un brano sulla falsa riga di Evanescence e compagnia bella, molto morbido con voce maschile pulita ed evocativa in pieno stile emozionale e romantico-decadente che a me personalmente non è mai andato a genio. 60/100
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Artur Sharko: Voce Anno: 2013
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