Un disco che ha avuto bisogno di anni di gestazione non può che essere completo e ricco di saggezza si presume.
Dalle note biografiche del gruppo traspare l' origine pagan doom metal del progetto, le influenze musicali conclamate (Gods Tower, Amorphis, Moonsorrow e Anathema), l’affermazione che l’intero lavoro è una sintesi del cammino verso la maturità artistica dei vari componenti, un excursus nel concetto di ritorno in armonia con la natura perso nei meandri del tempo a causa di dolore, di depressione, sogni disillusi, di amore e morte immeritata, mi faceva pensare a qualcosa di molto meditativo, criptico e nichilista anche nel sound. Invece, se gli Amber Tears provenissero dalla Finlandia o Svezia probabilmente non sarebbero sconosciuti e misconosciuti come probabilmente accade a causa delle loro origini Russe e della difficoltà che questi gruppi, seppur molto validi, hanno ad imporsi nel mercato europeo e americano, nessuno o quasi (come me d'altronde) si meraviglia comunque che questo cd trovi spazio e audience esclusivamente e solo nel suolo asiatico e dintorni, ma dal death metal melodico degli Amber Tears si possono sentire tutti i dettami del genere, specialmente europei. Dagli esordi del disco si riscontrano immediatamente le caratteristiche principali del gruppo, ovvero pulizia di suono, spiccato senso della melodia e assoluta classe nelle dosi di intrecci musicali e riffing, gli Amber Tears hanno dalla loro la maestria e spostano il proprio raggio d' azione attorno ad un gothic metal morbido contaminato dai soliti nomi del doom in genere ma con un mood tutto nord europeo e un tocco di pesantezza death che non guasta mai, specialmente considerando le vocals sporche di livello baritono. 80/100
|
Anton Bandurin: Voce Anno: 2006 Sul web: |