Vagabondo nella notte in cerca di una fresca cervogia. La campagna è tutta un frinire di grilli. In lontananza si ode musica, di certo è opera di menestrelli. Ancora un po’ di strada, ecco una taverna, l’insegna raffigura un elfo dall’aspetto malvagio, non resta che entrare… I Vexillum (in precedenza Shadow Vexillum) nascono a Pisa nel 2004 per volontà di Michele “Firespit” Gasparri, rimasto oggi unico superstite del nucleo originario. Dopo i primi due lavori, il demo Tales del 2005 e l’EP autoprodotto Neverending Quest del 2007, e dopo tutta una serie di cambi di formazione, arrivano finalmente al lavoro sulla lunga distanza, interamente composto, prodotto e arrangiato dalla band stessa. Le danze si aprono con “Neverending Quest”, brano serrato, pieno di fantastici assoli, vero manifesto di quello che la musica rappresenta per i Vexillum: “Eccoci a raccontarvi ancora, le storie, le battaglie, le ricerche, la gente che ci ha condotto sin qui! (…) Noi siamo qui non per insegnare, ma siamo qui per imparare! (…) La musica stanotte sarà la nostra guida (…)”. In “The first light” viene descritto un antico borgo che si riempie di vita, con tutti i personaggi che lo animano, il bardo che incanta chi ascolta ed il prete che danna peccatori e bugiardi. La musica riporta alla mente i pezzi migliori degli Angra. La canzone “Avalon”, introdotta dal suono di cornamuse, è la più avvincente del disco, arricchita dagli interventi solisti di batteria, chitarre e basso (nell’ordine) e dall’inserto vocale di Rita Panizzi, che interpreta la “Madre Terra”; il risultato finale è maestoso, solenne, epico, sicuramente perché il tutto è ispirato all’isola nella quale, secondo antiche leggende, riposa Re Artù in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno. “The brave and the craven”, racconta il dialogo tra le due anime che a volte convivono in noi, quella coraggiosa e quella vigliacca. Il coraggioso recita: “Non ho paura di morire, se la mia morte salva qualcun altro!”. Il codardo: “Non mi interessa se di certo qualcuno morirà, devo pensare a me stesso o non sarò mai libero!”. Il testo lancia uno sguardo dentro la nostra coscienza e ci pone una serie di domande: quale è il significato del nostro agire? Cosa dobbiamo scegliere? Combattere o nasconderci? Affrontare i problemi o evitarli? A volte è difficile decidere e noi, alla fine, siamo le azioni che compiamo. Oltre al testo, la composizione è di alto livello anche nella parte musicale, con un coro memorabile e assoli raffinati e di gran gusto melodico. “Ranger runs again”, elogio ai guardiani delle foreste, è un omaggio alla musica celtica, il brano è corale, quasi acustico, sorretto da tamburello, violini e flauti. “Rising from the ruins” è una cavalcata veloce dal riff potente e dal coro in stile Rhapsody, con parole che incoraggiano a vivere con onore e senza paura. Segue la fresca e scattante “The wood of chances”, che nulla ha da invidiare agli Iron Maiden; “Hunter and prey” ha una partenza pacata, ma esplode prepotente in un dilemma amoroso: quante volte, in una storia d’amore, ci siamo chiesti se l’altro fosse preda o cacciatore? Un suono di violini incalzante guida “The Traveller”, mentre un furioso fraseggio ritmico e la batteria in doppia cassa costruiscono lo spazio sonoro per il duello vocale tra Dario Vallesi ed il super ospite Fabio Lione, e tutto questo per raccontare il sentimento di ricerca e curiosità che anima un viaggiatore (o, meglio, un esploratore): “La mia ricerca è volontà e desiderio, conoscenza, consapevolezza e orgoglio, vado sulla strada, tengo viva la vita!”. Un dolce pianoforte apre “Open your curtain”, ma subito dopo il pezzo diventa tiratissimo sino a sfociare in un chorus trionfale, la prova di tutti i musicisti è impeccabile e ancora una volta il testo ci spinge ad essere protagonisti: “Apri il tuo sipario è il momento di fare la tua parte (...) quale è il significato di una goccia? È la tua voce nel coro! Dimentica le tue paure e fai sentire la tua voce (…)”. “Shadow Vexillum – part II” narra la storia dell’eroe scozzese William Wallace (il personaggio del film Braveheart, per intenderci) e con questo brano grintoso, costruito su sorprendenti parti strumentali e stacchi mozzafiato, si chiude un gran bel disco. Dissetato nel corpo e nell’anima, lascio la taverna e riprendo il viaggio nelle campagne notturne. Ripenso alla musica e alle parole che ho ascoltato, una vera lezione di vita. Ora vagabondo fiero e con una nuova consapevolezza, da domani guarderò la vita con occhi diversi e affronterò tutti gli ostacoli con più forza e più coraggio, le virtù celebrate dai Vexillum, eroici cantastorie. Grazie ragazzi, spero di ritrovarvi presto sul mio cammino. 85/100
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Dario Vallesi: Voce e cori Anno: 2011 Sul web: |