“The Scarlet Womb” è il primo album di un gruppo di Lecco, chiamato Artefix Fraudis, che vanta già vari anni di carriera alle spalle; il lavoro presenta delle chiare coordinate doom/death metal, che hanno come principale riferimento i My Dying Bride o i primi Paradise Lost.
La copertina, molto elegante, mostra due mani poste a forma di calice, che raccolgono gocce di un liquido rosso, presumibilmente sangue, ma è l'intero libretto ad essere molto raffinato, essendo colorato di rosa e dotato di una grafica molto leggibile ed accattivante. Il CD dura meno di quaranta minuti ed è aperto da un brano d'amore anticonvenzionale, intitolato “Virgo Infecta”, lentissimo ed ipnotico doom; segue “Helen”, che narra la personificazione dell'estasi e della grazia della natura: un pezzo sospirato all'avvio, che cresce lentamente in chiave melodica. “Narciso” trae spunto dalla ben nota figura mitologica per trattare i dubbi di ciascuno di noi: ancora doom, arricchito da un malinconico assolo. La sognante strumentale “Cum Somnia Vera”, dove parti acustiche ed elettriche si rincorrono a vicenda, lascia presto il posto all'introspettiva “Reason's Demise”, cadenzata, con una lieve accelerazione nel finale. Si continua con “Last Man Standing”, che racconta gli atroci dubbi che possono affliggere un soldato: il brano è più veloce degli altri, più death che doom, quindi, ma sempre accompagnato da un tono tradizionalmente melodico. La chiusura è affidata a “Her Unbearable Beauty”, inno alla morte ricco di riflessione e sofferenza: torna il doom, appena più veloce nel finale. L'album non è noioso, come potrebbe sembrare un lavoro doom a chi si avvicina al settore con superficialità, pregiudizio o inesperienza; a nostro parere, infatti, non sono la velocità fine a se stessa o la brutalità a tutti i costi che decretano la riuscita di un disco. “The Scarlet Womb” presenta tecnica e cattiveria in buon equilibrio, pertanto lo consigliamo, oltre che agli amanti del doom, anche ai metallari in possesso di ampie vedute, in particolare a tutti coloro i quali siano in cerca di una triste, malata ed atmosferica sofferenza. 75/100
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Matteo Galbusera: Voce Anno: 2009 Sul web: |