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The Ritual
Promo 2009

The Ritual” è il primo demo, omonimo, di un giovanissimo gruppo piemontese che ha scelto il thrash metal per conquistare il pubblico, sfruttando l'originalità di una riuscitissima alternanza tra la lingua italiana e quella inglese. La copia promozionale in nostro possesso è caratterizzata da una copertina scura su cui spicca una strana e misteriosa faccia, insieme al suo ribaltamento riflesso, come per evidenziare una tematica cara alla band, particolarmente legata all'idea di “specchio”, concetto che ritroveremo durante l'analisi dei brani; anche il nome del gruppo compare due volte, ma quello riflesso è stampato con un contrasto di colori particolare, in modo da risultare quasi invisibile, dando luogo ad un effetto che ricorda molto il “Black Album” dei Metallica.

Il CD, registrato in modo professionale agli Authoma Studios di Alessandria da Federico Pennazzato, è dotato di suoni pregevoli, che permettono di distinguere in modo chiaro gli strumenti, per un risultato a metà strada tra gli Iron Maiden molto più incattiviti (dal punto di vista melodico) ed i Metallica lievemente più smussati (dal lato dell'aggressività).
E' facilmente comprensibile che un suono simile ha anche discrete prospettive commerciali, anche se non è per soldi che è stata fondata la band, bensì all'insegna della coerenza stilistica e dell'orgogliosa appartenenza al settore: queste ultime sono entrambe caratteristiche che i ragazzi possiedono in quantità incredibile, specialmente se si pensa al discutibile comportamento di molti musicisti d'oggi, che si (s)vendono al mercato per molto meno dei vili trenta denari, risultando, quindi, traditori - in questo caso, del proprio pubblico - tanto quanto Giuda, ma, nello stesso tempo, imbecilli di gran lunga più dell'Iscariota.

Il disco dura circa venticinque minuti e si apre con l'arpeggio iniziale, dark, di “The Ritual”, seguito dal pezzo vero e proprio, di notevole spessore, che dapprima è cadenzato come un macigno, mentre in seguito acquista velocità; la voce, rauca, ma senza esasperazioni growl, assume tonalità appropriate per il genere proposto, mentre le chitarre sono un po' più melodiche rispetto a quelle tipiche del thrash metal, che guadagna originalità, modernizzato dall'uso delle doppie voci; dopo un breve assolo a rallentare il ritmo, il brano riprende velocità nel finale. Segue l'introspettiva “Specchio dei tempi”, interamente in italiano, all'insegna della velocità e della furia thrash, che rallenta per breve tempo, lasciando terreno ad un assolo melodico, quindi torna veloce, pronta a macinare qualunque cosa si trovi sul suo percorso.
Caro amico mio” è un altra canzone in italiano, molto personale, visto che riguarda la fine di un'amicizia, ma, allo stesso tempo, perfettamente universale, dato che sono vicende capitate un po' a tutti nel corso della vita: si apre alla chitarra, seguita rapidamente dagli altri strumenti in velocità; un capolavoro nel suo genere, visto che sono presenti ben due assoli, di cui il primo al fulmicotone, il successivo più lungo e melodico, accompagnati da una sezione ritmica che compie egregiamente il proprio dovere senza essere invadente. Si continua con “The Mirror”, cioè la versione inglese di “Specchio dei tempi”, dotata di un taglio leggermente più dark, con delle doppie voci aggressive, trascinante come la versione primordiale. “Nothing Is The Same (Sacrifice)” è la versione inglese di “Caro amico mio”: stavolta le doppie voci, di stampo clean, non ci convincono affatto, perchè, a nostro parere, si confondono tra i passaggi vocali e chitarristici, dando luogo ad un effetto cacofonico senz'altro evitabile; molto più convincenti, invece, le doppie voci che irrompono poco dopo, impostate in growl, che danno un ulteriore senso di “selvaggio” ad un pezzo che, ad ogni modo, ci affascina maggiormente nella sua versione originale, forse per abitudine o per affetto verso il brano stesso.

Ad esser sinceri, la confezione è grezza e spartana, ma il contenuto è eccellente, seguendo pienamente lo spirito originario del vero heavy metal - il cui senso si è un po' perduto al giorno d'oggi, eccezion fatta per i pochi che hanno saputo mantenerlo vivo o distinguerlo in mezzo alla piattezza del presente - che bada poco all'immagine, tradizionalmente appannaggio dei discotecari, e molto alla sostanza; il risultato è un piccolo gioiello, che avrebbe potuto essere ancora superiore se si fosse operata una scelta differente sulle canzoni, aggiungendo quella pietra miliare dei concerti dei primi The Ritual che porta il nome di “Una vita in silenzio”.
In attesa di un album intero, che confermi le ottime premesse iniziali, rafforzate da una maggiore esperienza anche in ambito concertistico, consigliamo il demo a tutti i metallari, in particolare, ovviamente, a quelli tradizionali ed agli amanti dell'hard rock più duro. Lo consigliamo, però, anche ad alcuni estremisti sonori che abbiano l'apertura mentale per ricredersi relativamente ad un genere oggi un po' in disuso: proprio per questo, un gruppo thrash metal possiede enormi dosi di onestà, prima di tutto con se stesso e con il proprio pubblico, fattore essenziale e vincente quando si possiedono le capacità tecniche per competere ad armi pari con le altre formazioni europee.

85/100


Marco “Bobo” Obice: Voce solista e chitarra ritmica
Marco “Mark” Pastorino: Chitarra solista e doppie voci
Giacomo “Jack” Bianco: Basso
Luca “Luke” De Vito: Batteria

Anno: 2009
Label: Autoprodotto
Genere: Thrash Metal

Tracklist:
01. The Ritual
02. Specchio dei tempi
03. Caro amico mio
04. The Mirror
05. Nothing Is The Same (Sacrifice)

Sul web:
The Ritual @MySpace

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