I Folkodia sono una side project dei più noti Folkearth, il genere é praticamente il medesimo, in poche parole viking folk metal epico e basato su saghe pagane e mitologiche, il sound non si discosta moltissimo da quello della band principale con la sola differenza che qui le teste pensanti sono di meno, infatti ci sono solo (per così dire) 10 componenti dispersi tra Lituania, Francia, Inghilterra, Australia, Italia, Grecia e Svizzera.
Detta in breve questo è un altro disco che non aggiunge nulla se non un'altra ondata nel torrente in piena di questi musicisti molto creativi e che farà breccia soprattutto tra gli amanti e proseliti del genere viking ma che purtroppo perde di quel fascino e misticismo di cui possono vantare i Folkearth aggiungendo anche il fatto che qui di metal estremo sono rimasti solo pochi accenni sparsi qua e là. In Time of Legends é un lavoro leggermente più minimale ed un passo indietro rispetto anche al suo precedente 'Odes from the Past ' che peccava tuttavia di una registrazione peggiore, meno arricchito di effetti e con un sound non ancora proprio ottimale, ma degna comunque di considerazione e rispetto. Folk metal quindi dove i Folkodia si cimentano nella narrazione per un excursus nelle leggende europee viste in modo intimistico ed anche dell'impero romano, cinquantuno minuti di musica, vari strumenti, oltre ai soliti elettrici e batteria, come flauti, violini, mandolini ecc., ed un uso di vocals e cori vario e interessante seppure incerto in alcuni casi, voci maschili e femminili, pulite ed impostate e screaming al limite con il metal estremo. Un sound trionfale e micidiale, se vogliamo con alcune tracce davvero interessati seppur prolisse, il loro é il classico stile in folk sound dalla eco metallica, un degno album per anime pagane specialmente addentro l'underground, una atmosfera che sa di paradossale arcaismo e di ancestrale memoria, le mie preferite sono come sempre le tracce più aggressive e selvagge, prime tra tutte "The First Battle of Moytirra" e "Ride to Tannenberg" che incarnano in sé tutte le caratteristiche principali di una buona folk metal band che sa bene gestirsi anche in ambiti estremi a parte poi la opener "The Oath" molto trionfale ed imponente, oppure la bellissima "Viking Pride", tracce simili dimostrano che i Folkodia sanno ciò che fanno e si accostano terribilmente con gli altri gruppi osannati del genere che qualche anno fa mieteva sicuramente molta più attenzione. C'è anche spazio per la storia vera "The Capitulation of Vercingetorix" e una splendida song che narra un importante avvenimento che riguardò la Roma antica e che trascina con delle liriche molto enfatizzate. Per riassumere, l'album dei Folkodia: in a Time Of Legends è in effetti un disco simile a quelli dei Folkearth con la costante dei bellissimi e profondi testi dei cori e delle voci paradisiache e selvagge (Hildr Valkyrie, Metfolvik... ) ed una musica di sottofondo per niente da sottovalutare con l'unico neo di essere non alla portata di tutti e giustamente un lavoro underground fuori dalle imposizioni delle mode e del mainstream nel genere metal. Di certo resta un album di nicchia, non il massimo della perfezione, e non può essere scambiato per qualcosa di diverso: metal, folk e viking, o meglio la triade di questi ... Da notare la vena Acoustic e le chitarre classiche che da un lato trasmettono un senso criptico ed arcano assieme agli accompagnamenti di violino, flauto, liuto, mandolino con alcune cornamuse che rendono in forma organica l'aspetto pagano di cui é intrisa la loro musica. Questi momenti 'folk' sono di gran lunga interessanti ma i Folkodia dovrebbero dare molto più spazio alle atmosfere minimali ed alternarle con gli inserti oscuri e graffianti, credo che se in futuro riusciranno a dare un taglio più dissimile dalla loro band principale combinando certi aspetti con una 'pianificazione' delle song migliore ne 'sentiremo' delle belle... Voto al concept ed alla narrativa dei testi 80, voto alla musica in globale 50, media matematica: 65! 65/100
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Metfolvik: Voce, Tin whistle Anno: 2009
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