Home Recensioni Demo & EP Antiklerical Front - Pontifica I mali del mondo/Destroy After Abuse

Antiklerical Front
Pontifica I mali del mondo/Destroy After Abuse

Quello degli oristanesi Anticlerical Front è un progetto che si protrae nel tempo con nessun altro demo ufficiale all'attivo se non queste due registrazioni che mi sono state inviate da recensire. I demo dimostrano che la band porta avanti un ideale ponte tra death e thrash arrogante in una rumorosa veste nera e anticristiana, disprezzando le melodie così come la morale comune impone in un 'pot-pourri' sulla scia di estremismi ed esperienze sonore del passato in ambito hard 'n' heavy estremo. Accosterei il risultato più alla decade passata che non a quella odierna se non per la presenza di giri e riff ossessivi ed estenuanti che tengono in tensione i brani sino all'ultimo respiro...
La band è formata da ben 6 elementi di cui purtroppo non ho una ben chiara menzione dato che sul promo in mio possesso non vi sono indicati gli strumenti, so di certo che i componenti di forza del combo sono il batterista ed i cantanti che seppur non facciano gridare al miracolo rendono l'ascolto più vario e differente anche se nel contesto non c'è modo di riflettere con le tracce degli Anticlerical Front dove si bada più alla violenza che al tiro ed alla mira. Il genere di riferimento, come dicevo è il death metal, ed il progetto, nato da un'idea di Claudio Floris (il misantropo) al quale poi si sono aggiunti tutti gli altri componenti (compresa un'altra voce), resta inquadrabile nelle remiscenze di thrash/black ed in qualche occasione la stessa dannata ossessione (atmosferica e fragorosa) dell'industrial death più marcio e claustrofobico in stile 'archeotipo'.

La qualità sonora non rende il giusto apporto di decibel che meriterebbero, cosa che invece risulta alquanto evidente quando si esprimono dal vivo con una carica evocativa e maggiore furore, non molto accentuati nel contesto discografico alquanto scarno ed essenziale seppure con l'intenzione di rendere evidente l'impatto.Chitarre, e soprattutto il basso creano uno spessore pesante e a tratti impressionante per l'ossessiva violenza, tanto che ad un certo punto si ha la dannata impressione che alcuni brani si assomiglino parecchio e dove tracce come "Die Virgin" e "Death for Proles" emergono dalle altre per un modo diverso di porsi forse più 'normale' di affrontare il pezzo eppure con i sui intermezzi pesanti e tirati. per il resto abbiamo invece brutalità e ruvidezza, seppure tra il primo demo "Destroy after abuse" ed il più recente "Pontificate i mali del mondo" si denoti una certa evidente evoluzione anche se il collante tra passato e presente resta la ruvida proba devozione alla durezza e ad un tema centrale dedito al sovvertire le regole del clero, cosa sinora alquanto esplorata in questa porzione di genere musicale.
Gli artisti comunque hanno accorpato alle loro capacità individuali un certo gusto per l'immediatezza e per la potenza sia nelle vocals che negli arrangiamenti alquanto guerrafondai che fanno l'inchino ad un certo tipo di death metal brutale ed aggressivo con alcune scorribande nel thrash americano e nelle ammiccanti note debordanti del più becero 'blacky style' nelle sue evoluzioni estemporanee, ma molto lontano dalla normale concezione del genere.

...in queste 2 fatiche discografiche di lunga durata il risultato è un grande amore per le sonorità distorte e per il fracasso dove non trovano spazio elementi di nessun altro genere al di fuori di quelli sopracitati, dove non c'è nessun accenno a intromissioni alternative e concessioni alla melodia, neppure camuffata e tanto di moda in questo momento, ed i due dischi scivolano via spediti e veloci, fatti con giustezza che niente, ma proprio niente aggiunge in ambito death metal sia estremo che affine, ma che lascia presagire un ulteriore passo futuro verso una definitiva maturazione (credo) ed un maggiore apporto di originalità per la creazione di un proprio stile unico ed inconfondibile, cosa che per ora non riesco a determinare dato che di gruppi del genere al mondo ne esisto a bizzeffe e che alla lunga tutti i riff tendano ad assomigliarsi, problema questo di quasi tutta l'ondata di 'newcomers' estremi attuali eccezion fatta per alcuni sporadici esempi.
Il gruppo fa delle sua linearità aggressiva un punto di forza rendendo fruibile il proprio sound anche per gli ascoltatori dell'ultimo momento che di certo impressiona più dal vivo dove sprigiona maggiore energia nell'interpretazione e velocità accattivante, dove i brani trovano uno spazio maggiormente plastico ed ovattato, glorificando la velocità a discapito della puntigliosità.
Quindi in definitiva il disco (o meglio i due dischi che credo siano dei demo) è un morboso inno all'odio ed avversione verso il sacro e trova spunti nella recente svolta di interpretare i brani in lingua madre, limpido esempio di come farsi comprendere e cercare proseliti in uno stile egregio, ma abbastanza inflazionato dove è davvero difficile farsi strada ed imporsi come precursori della novità.

Un disco di pura aggressione e pesantezza dove forse si sarebbe potuto osare di più, ma che offre un ennesimo insieme di tracce ben dosate ed amalgamate, la voce di Gianni e socio si mischiano e creano uno spessore maggiore, le chitarre molto presenti segnano il percorso senza uscire minimamente dal seminato, poco ricercate e prive di melodie, assoli tecnici si alternano impetuosi in varie sfumature e smorzati da una distorsione non troppo bassa in una sezione ritmica arrembante e sovente sibillina.Gli Anticlerical Front fanno del violento e diretto la loro arma vincente a discapito della musicalità,  ci poche uscite dalle righe fatta eccezione per qualche divagazione del basso e certi riff di accompagnamento meno distorti a fare da sottofondo sinistro.Credo che con una produzione più attenta ed un mixaggio professionale le tracks avranno il loro giusto risalto specie nei passaggi e cambi di direzione oltre ai momenti dove trovano spazio gli spezzoni di film ed effetti vari.

In conclusione posso affermare che abbiamo a che fare con due buone cose di death metal italiano ed in questo caso sardo, le tante tracce sono innestate in maniera naturale, con i loro coinvolgenti ed irruenti giri metallico-brutali, più arroganti che intriganti, più ossessivi che tecnici e fanno degli Anticlerical Front un buon prospetto per il futuro, e spero non il solito degno tributo al mondo del metal estremo fine a se stesso fatto per impressionare e cogliere il momento per poi finire nell'anonimato.
Buona fortuna.

60/100


Piero Mura: Voce
Gianni Zoccheddu: Voce
Claudio Floris: Batteria
Marco Scintu: Basso
Michele Zoccheddu: Chitarra
Gianluca Marceddu: Chitarra

Anno: 2005/2008
Label: Autoprodotto
Genere: Death/Thrash Metal

Tracklist:
01. Anarchia Aliena
02. Essere Superiore
03. Benedetto
04. Made in betlem
05. Il futuro è nero
06. Cose Ultime
07. Intro.
08. l'avvocato del diavolo
09. How can Wojtyla smile again?
10. Submeat
11. Caos to Caos
12. Death for proles
13. We are all F. priests
14. RIP UP
15. Die Virgin
16. Liberate Barabba

 


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