Con un po' di ritardo, ci giunge finalmente il primo lavoro dei romani Maelstrom, che ci propongono un album all'insegna del thrash metal.
La copertina raffigura due braccia che spuntano dal buio: una afferra un uomo per il collo, mentre l'altra gli punta una pistola all'orecchio; l'immagine spiega chiaramente il titolo “Bang in your ears” e, per di più, supporta pienamente il significato originario del thrash, cioè la violenza sonora che scaturisce dalle sue coordinate. Il libretto è privo di testi, ma contiene varie foto della band, alcune relative alla sala prove, altre ai concerti; altre ancora sono state scattate alla stazione di Roma Termini ed indicano l'orgogliosa difesa delle radici da parte del gruppo, sia dal punto di vista musicale che da quello logistico. Il disco dura circa cinquanta minuti e si apre con l'aggressiva “Death's back among us”, seguita dalla migliore “Headbangers”, più veloce, che porta con sè un rallentamento di ispirazione sabbathiana al centro, per poi tornare a macinare, mentre la pesante “Caged by metal”, adatta all'headbanging, presenta un assolo con tanto di effetto wha-wha e diventa deflagrante nel finale. Alla martellante “Circuit of madness” seguono la veloce “On or off?”, a nostro avviso, molto efficace in sede di concerto, quindi la possente “Save you”, che sfrutta nuovamente il wha-wha. “Writhing of the mind”, dal ritmo meno veloce, cede presto il passo allo sparo introduttivo di “Bloodbath”, migliore, all'insegna di quella violenza sonora descritta dalla copertina. L'interessante “MaelstroM” è aperta da un campionamento di sirene e da una chitarra melodica molto in evidenza, quindi torna l'aggressività, con tanto di accelerazione finale; a chiudere è il veloce thrash-core “To thrash is our duty!!”, con finale delirante. Il CD scorre abbastanza velocemente, senza troppi fronzoli e con un buon equilibrio tra tecnica e furia, com'è tradizione del thrash metal; l'unica pecca, a nostro parere personale, è il timbro vocale, rauco e graffiante, ma ancora acerbo per via della giovane età. Aspettando che il tempo faccia il suo corso, nel frattempo consigliamo l'ascolto ai metallari più tradizionali, ma anche agli amanti delle sonorità moderne, dato che, pur non essendo un capolavoro, l'album accontenta entrambe le frange musicali. 80/100
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Roberto “Shotgun”: Voce e chitarra Anno: 2008 |