Gli Ignitor sono un gruppo statunitense alla seconda prova in studio.
The Spider Queen è un progetto piuttosto ambizioso, visto che è pensato come un’opera rock in nove scene - alle quali vanno aggiunti intro ed epilogo, per un totale di undici brani – il cui soggetto principale è un giovane che cerca di vendicare la morte dei suoi genitori. La copertina, non a caso, mostra un guerriero che, dopo aver fatto carneficina di altri soldati, si trova costretto ad affrontare la loro bella regina, che nasconde dietro la schiena un misterioso ciondolo a tre punte, il talismano magico denominato “Rune of Power”. Il CD dura tre quarti d’ora ed inizia con il mid-tempo “Magnus Opus”, dall’avvio doom, seguito dal compatto epic “Evil Calling”; “I Never Knew”, invece, oscilla tra un ritmo lento ed una feroce accelerazione speed arricchita da assolo e doppie voci. Dopo la massiccia “The Games Begin” tocca ad “Angels Descend”, così allegra da ricordare i Kiss, pertanto anomala e, a nostro parere, un po’ fuori contesto. Nella veloce “The Spider Queen” tanto il solismo quanto la ritmica si pongono in ottima luce, mentre “Rune of Power” si evolve in potenza; su “What Love Denies” si alternano l’epic melodico e quello più aggressivo, quindi si continua con la ritmata e violenta “Construct of Destruction”. La lenta “My Heart Turns to Dust” cresce ben supportata dagli strumentisti, mentre il finale spetta al possente epic “Dynasty of Darkness”, dall’avvio dark, che poi prosegue lungo una direzione tipicamente priestiana. Il disco poggia sulla straripante personalità del cantante, che si destreggia tra i pezzi con notevole versatilità e buona estensione, passando da tonalità aggressive ed acute di stampo halfordiano ad altre più basse e drammatiche che ricordano lo stile di Ronnie James Dio, mentre agli altri musicisti non viene lasciato spazio, se non per la normale amministrazione. Le doppie voci acutissime, presenti in molte canzoni, non sempre risultano efficaci, visto che sono troppo legate ai canoni degli anni ’70; notiamo, infine, che l’influenza dei punti di riferimento del gruppo, Judas Priest ed Iron Maiden su tutti, è ancora troppo invadente. L’album, comunque è ben concepito ed egregiamente suonato, pertanto ne consigliamo l’ascolto agli appassionati del classic e dell’epic metal. 65/100
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Jason McMaster: Voce Anno: 2009 |