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Frozen Tears

Tira un vento maestrale in questa domenica sera pratese quando il sottoscritto incontra Leonardo (Leo) e Massimiliano (Mas), rispettivamente chitarra e basso dei fiorentini Frozen Tears. Nelle righe che seguiranno leggerete dei problemi del file sharing, di una critica “ben pettinata” e di una cover che ha tormentato i miei ascolti. Buona lettura!

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- Recensione di "Night of Violence"

- A&B -
Sono passati oramai diversi anni dal vostro debutto (2000 ndr), come si è evoluta e quanto la musica dei Fronzen Tears in questo lasso di tempo?
- Leo -
I punti di riferimento sono rimasti invariati a livello compositivo qualcosa si è evoluto di sicuro data la maggiore esperienza maturata in questi anni. I nostri pezzi oggi hanno indubbiamente una impronta più personale e c’è un maggior affiatamento tra di noi che penso traspaia dalle composizioni.

- A&B -
Guardando all’attuale panorama alternativo pare che ormai per i gruppi italiani il songrwriting in inglese sia fondamentale per accaparrarsi un contratto discografico. Semplice luogo comune oppure verità assoluta?
- Massi -
Dipende dai generi; per quanto riguarda il metal è di sicuro un genere che da un punto di vista di “commerciabilità” si presta più al cantato inglese che a quello in italiano…
- Leo -
Poi c’è anche un discorso legato al mercato, come può essere l’ importazione di un prodotto come il nostro. Credo che per raggiungere certi paesi la lingua inglese sia fondamentale.

- A&B -
Cosa o chi ha spinto la band a trattare un tema come l’heavy metal? Il tutto è venuto in maniera naturale sin da subito oppure è stata un’evoluzione sonora avvenuta con gli anni?
- Leo -
Il progetto Frozen Tears è nato all’ insegna dell’ heavy più classico e nonostante diversi cambi di line up in meno di 10 anni di carriera la nostra proposta è rimasta invariata nonostante una naturale evoluzione all’ interno di essa.
Credo che la passione per questo genere ci abbia dato la spinta per andare avanti anche nei momenti più difficili. Tra l’altro abbiamo iniziato da subito la composizione di pezzi propri il che penso sia stato un vantaggio per maturare più rapidamente a livello compositivo.



- A&B -
Il lasso di tempo per la creazione di Nights Of Violence dal suo predecessore è stato di 3 anni. In passato i tempi erano meno dilatati tra un’uscita ed un’altra. È stato più duro dare corpo alle 10 canzoni del nuovo disco?
- Massi -
Non è stata una questione di difficoltà; il tutto è venuto fuori dopo il fallimento della nostra vecchia etichetta, una volta rimasti senza contratto abbiamo registrato dei nuovi pezzi per la My Graveyard Production che successivamente ci ha messo sotto contratto. Per dare vita a Nights Of Violence abbiamo speso circa un anno quindi un lasso di tempo non eccessivamente lungo. Il cd era praticamente pronto a fine Maggio ma abbiamo concordato con la label di farlo uscire ad inizio 2007 prendendoci il tempo necessario per il mixaggio e la realizzazione dell’artwork.

- A&B -
Se i Frozen Tears potessero azionare un’ipotetica macchina del tempo, cosa non rifarebbero e perché?
- Leo -
A livello musicale siamo soddisfatti completamente del tragitto intrapreso in questi anni, quindi direi niente.

- A&B -
Le riviste specializzate danno il rock’n’roll morto ogni sei mesi per poi farlo resuscitare ai primi ragazzini ben pettinati che imbracciano una chitarra elettrica.….. I critici sono troppo attaccati al fiasco di vino oppure qualcosa di vero c’è?
- Mas -
I critici stessi spesso sono i “ragazzini ben pettinati” ai quali ti riferisci tu….. Spesso uno inizia da giovane ad ascoltare musica, a suonarla, a viverla (andare ai concerti, parlare e scrivere di muscica ecc.) … poi con l’età cala l’entusiasmo, diminuisce la voglia di darsi da fare, di essere partecipi… passa la voglia di comprare nuovi dischi perché “sono peggio di quelli di una volta”…ed escono fuori frasi come “il rock è morto” e simili.
- Leo -
Almeno per quanto riguarda il rock duro credo sia più un problema dei critici stessi. Il metal è sempre esistito, non ha mai avuto grosse flessioni, magari ci sono stati periodi in cui è stato relegato ai margini dalla critica ma i prodotti sono continuati ad uscire anche se in maniera più underground.


- A&B -
Le major del disco continuano a tagliare fondi ed a licenziare in massa dipendenti dalle loro aziende lamentandosi del fatto che il file sharing illegale stanno ammazzando il mercato. Che punto di vista avete sulla cosa?
- Leo -
Secondo me il file sharing è un grosso problema sia per le major sia per le band soprattutto per fenomeni come il nostro che se non riescono a rispettare certe vendite si ritrovano ben presto in difficoltà. Capisco che il prezzo dei cd sia notevole ma invece che comprare i cd nei negozi consiglierei di contattare direttamente le bands che hanno la possibilità di fare prezzi più bassi. Io non ho mai scaricato un cd e penso che non lo farò mai perché lo trovo una mancanza di rispetto nei confronti di chi quel prodotto l’ha registrato con fatica e tempo. Quando eravamo ragazzini andare a comprare un album era una cosa speciale, l’avere tra le mani il vinile o la cassetta (ancora i cd non c’erano…) era un piacere, cosa che adesso mi sembra si sia persa. Io rispetto le scelte di tutti ma non chiedetemi di condividerle.

- A&B -
Un’artista italiano ed uno straniero con la quale vorreste collaborare.
- Leo -
Un artista straniero? Sicuramente i Judas Priest. Per quanto riguarda il panorama italiano sicuramente c’è ne sono tanti, i primi nomi che mi vengono in mente sono i Crying Steel (anch’essi prodotti dalla My Graveyard Production) e gli Skanners, altra band storica del panorama nostrano.

- A&B -
Il vostro cantante Alessio, possiede un’estensione vocale potente, degna dei migliori singer della scena New Wawe Of British Heavy Metal. Chi tra Robert Halford, Bruce Dickinson e Ronnie James Dio lo influenza di più?
- Leo -
Tra questi 3 che hai citato sicuramente Halford, senza ombra di dubbio. Non tanto perché gli altri non siano singer eccezionali ma solo per il fatto che la sua timbrica è più simile a quella di Halford. Credo comunque che Alessio abbia una grande capacità interpretativa al di là della somiglianza con il singer dei Judas

- A&B -
Tornando al vostro ultimo lavoro, Night Of Violence. Tra le cose che mi hanno più impressionato al primo ascolto sono stati gli intrecci di chitarra. Come avete lavorato su questi suoni?
- Leo -
A livello di suoni ha di sicuro influenzato il fatto che utilizzassimo lo stesso studio di registrazione per la quarta volta consecutiva; per quanto riguarda il discorso degli intrecci va detto che io e Lapo (l’altra sei corde della band, ndr) suoniamo insieme dagli esordi il che contribuisce ad aver trovato ormai un feeling speciale tra di noi.

- A&B -
Come è nata l’idea di fare una cover di Run If You Can degli Accept?
- Mas -
L’ idea è nata dal fatto di non voler fare una cover parecchio inflazionata pur contando sul fatto che fosse un classico del repertorio della band tedesca. C’è da contare anche il fatto che è un pezzo che amiamo molto e come sound la sentiamo molto nostra.

- A&B -
Un proposito per il 2007 da poco iniziato da parte della band.
- Mas -
Suonare molto dal vivo, solo questo
- Leo -
Sicuramente più stabilità all’ interno della band, poi come ha detto massimo continuare la nostra attività dal vivo e allo stesso tempo continuare a fare la musica che più amiamo.

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