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Ecnephias
Necrogod

Un passo indietro o un passo avanti, a seconda dei punti di vista, ma mai fermi sulla solita mattonella.

I lucani Ecnephias, a diciotto mesi di distanza dal “melodico” Inferno, cambiano etichetta (inoltrandosi nella gloriosa Code666), fanno entrare in line-up un bassista di ruolo (Miguel) e tornano – per certi versi – a suonare uno stridente black’n’death metal che rimanda agli esordi della formazione di cui Mancan e leader e mente da ormai più di 15 anni, ma con delle interessanti parti di chitarra che virano più ad un certo thrash moderno.

I rimandi a Dominium Noctis, quello che col senno di poi ritengo ancora il capolavoro degli Ecnephias seppur non massicci ci sono, a partire dal cupo intro strumentale dal retrogusto orientaleggiante “Syrian Desert” - ma tenendosi in linea col concept album – “dedicato” alle antiche religioni “del Sud del Mondo” porta nella parte ritmica anche interessantissime sezioni tribaleggianti, in tributo a tutto la musica asiatica e sud americana. Vocalmente Mancan si dimostra in ottima forma, con la sua timbrica gutturale ma sempre espressiva, la band dal canto suo tesse oscure trame metalliche dinamiche che spaziano a ventaglio su tutte le sfumature del rock più duro e integralista, ma splendidi tagli melodici, soprattutto nella parti chitarristiche emergono nel bellissimo brano “Kukulkan”. Degna di nota è anche la conclusiva “Winds of Hours”, dai tratti più hard rockeggianti ben orchestrati dalla tastiera dell’ormai affidabilissimo e creativo Sicarius.

I testi, seppur sciorinati in maniera apparentemente semplice ci inoltrano verso i temi classici amati dal leader Mancan, come i riti voodoo, dell’antico Egitto e su un recente studio sul popolo dei Nok
La title track, dal taglio antemico ed esoterico è un altro episodio da tenere in considerazione, mentre in “Vodoo” la band ospita al suo interno Sakis Tolis, cantante e chitarrista – nonché membro fondatore – dei seminali Rotting Crhist, che qui presta la sua voce. I rimandi ai migliori gruppi europei non mancano mai, come da tradizione in casa Ecnephias, ma Necrogod è un disco solido e di ottima fattura, magari senza vette qualitative vertiginose ma con brani nel peggiore dei casi di medio/buon valore, confermando cosi il quintetto di Potenza come una delle realtà più interessanti del nostro panorama metal.
L’album sarà disponibile a partire dalla fine di questo mese, anche in una versione Deluxe con poster e t-shirt per rendere un prodotto di per se già appetibile nei contenuti, ancora più interessante tra i fan.

75/100


Mancan: Voce e chitarra
Nikko: Chitarre
Demil: Batteria
Sicarius: Tastiere e piano
Miguel:  Basso

Anno: 2013
Label: Code666
Genere: Black/ Death Metal

Tracklist:
01. Syrian Desert (intro)
02. The Temple of Baal-Seth
03. Kukulkan
04. Necrogod
05. Ishtar (Al-‘Uzza)
06. Anubis (The incense of twilight)
07. Kali Ma (The Mother of the Black Face)
08. Leviathan (Seas of fate)
09. Voodoo (Daughter of idols)
10. Winds of Horus (instrumental)


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