I milanesi Abuser giungono nel 2009 alla pubblicazione del loro primo album. Threats of Fate è introdotto da una copertina abbastanza legata a quelle tipiche dell’heavy metal tradizionale, infatti vi compare un mostro dai lunghi tentacoli che striscia tra le case di una città avvolta dalla nebbia; il libretto è molto curato e contiene foto e testi.
Il CD, composto da brani medio-brevi, dura quasi quarantacinque minuti e si apre con “Equinoxes”, che tratta dell’avvistamento di un UFO avvenuto nel 1980: dopo un campionamento vocale, il pezzo si dirige verso un territorio classic/thrash metal, non dei più veloci e vagamente ispirato ai Metallica, per poi chiudersi con un nuovo campionamento; “Vengeance”, molto migliore e basato su riflessioni personali, dopo un avvio leggero si evolve in un thrash massiccio di ispirazione Testament. Si continua con “Creations”, più veloce ma meno compatto, ispirato al romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley, quindi con il macinante “Flesh Eaters”, tributo al Maestro Lucio Fulci ed agli zombi cinematografici; seguono i cambi di tempo di “Missing Convictions”, contenente riflessioni sulla verità e sulle bugie. “Iron Ghost”, ispirato al film giapponese “Tetsuo”, racconta di un uomo che diventa un mostro di metallo ed è caratterizzato da campionamenti iniziali e finali, in mezzo ai quali si fa strada una frequente alternanza tra sprazzi di velocità thrash e momenti più cadenzati. Si va avanti con il velocissimo “Stone Mask Overlord”, legato al manga “Jojo’s Bizarre Adventure”, quindi il potente “Pripjat” richiama alla memoria il disastro nucleare di Chernobyl del 1986, mentre il finale è affidato al violento ed intenso “Possession” ed alla graffiante cover dei Whiplash: “Spit on your Grave”, veramente grezza e feroce. Durante l’ascolto si fanno notare l’uso sporadico delle doppie voci ed alcuni evidenti richiami a gruppi che sono considerati vere e proprie leggende viventi del thrash metal. La padronanza tecnica degli strumenti non è in discussione, ma troviamo che la registrazione sia un po’ troppo “pulita” per risultare efficace, infatti a volte il thrash ci sembra porsi in equilibrio con il classic metal: probabilmente è un contrasto voluto, pertanto riteniamo che il disco sia adatto agli appassionati dei due settori citati ed in generale agli amanti dell’heavy metal anni’80. 71/100
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Walter Lamorte: Voce, basso Anno: 2009 Sul web: |