Nati a Crystal City, Missouri nel 2004, gli americani Hyborian Steel giungono solo adesso al loro debutto discografico, proponendo tematiche ispirate alla fantasia eroica di personaggi come Conan, Kull of Vanusia e Bran Mak Morn (una specie di Manowar del 2000? Più o meno..), come la band stessa ha dichiarato lo scorso anno in un comunicato stampa di presentazione.
An age Undreamt of... esce per l'italiana My Graveyard Productions in sole 500 copie numerate (avete letto bene, quindi se siete amanti di certe sonorità e collezionisti incalliti, procuratevelo immediatamente) e nonostante un working guitar davvero apprezzabile e vario, dobbiamo dire che non siamo rimasti per niente colpiti dal risultato finale. Tolta la non originalità della proposta che abbiamo sempre tollerato senza fare pregiudizi, quello che non ci convince in questo disco sono i singoli pezzi, mai incisivi e che non riescono nemmeno ad avvicinarsi lontanamente ai padri fondatori (Manilla Road) di un suono epico e barbaro. Alcuni idee sono comunque buone, la produzione però non ci sembra di livello ed il mixaggio finale da un senso di autoproduzione che non ci aiuta a salvare il prodotto. Detto questo, l'opener "Hyborian Steel" e la più evocativa e manowareggiante "Pirates of the Black Coast" sono due episodi davvero buoni, ma è troppo poco per promuovere anche con una sola sufficienza di stima gli Hyborian Steel. In attesa di risentirli al più presto con un lavoro più personale e incisivo ( e magari un myspace anche più ricco, dato che per il sottoscritto è stato impossibile trovare una foto dei 4) noi non ci sentiamo di consigliare ad una fascia di pubblico ampia (anche in ambito Metal) questo lavoro, che però potrebbe non convincere a pieno nemmeno il seguace più incallito di questo sound. 55/100
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Howie Roberts: Chitarra e voce Anno: 2009
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