Con un'operazione di recupero iniziata poco più di 2 anni fa con l'album "War Tears", l'etichetta lombarda My Graveyard Productions dopo aver dato alle stampe anche il nuovo disco di inediti della band di Piombino dal titolo "Symbols", ripesca oggi "The Etruscan Prophecy", festeggiandone cosi il ventesimo compleanno dalla sua originale uscita.
Era infatti il 1989 quando i Dark Quarterer fecero uscire questo lavoro dopo un esordio omonimo, consacrandosi definitivamente come la band di punta della scena epic/progressive italiana (nonostante i riscontri commerciali non proprio eccezionali) e non solo, con quello che resta tutt'oggi probabilmente il miglior lavoro mai confezionato dal talento di Gianni Nepi e soci. Dall'iniziale scarica elettrica della cupa "Retributioner", passando per la breve ed elegantissima ballata "Pierceng Hell", arrivando alla più sabbatthiana title track, questo è un disco ispiratissimo, suonato in maniera impeccabile e scritto ancora meglio, con le chitarre di Paolo Ninci che spesso si dilungano in lunghe e suggestive fughe, mentre la ritmica di Nepi e Fulberto Serena non si lascia andare ad inutili tecnicismi preferendo arricchire la composizione con un lavoro di tessitura diretto ed eccellente. Non inganni l'elevata durata dei pezzi, qui non ci sono passaggi che si ripetono o inutili jam di sorta, sia chiaro. "The Last Hope" è una breve strumentale che con un arpeggio di chitarra acustica ad introdurre la poetica "Angel Of Mine", probabilmente il pezzo più bello e riuscito dell'intera carriera dei Dark Quarterer. La tracklist originale terminerebbe qui, ma questa ristampa è decisamente ricca anche nei contenuti: "Queen Of The Sewer", la prima bonus track, ripresa dalle session dell'epoca e che mostra il lato più metallico e "cattivo" della band, recuperando sonorità molto vicine al Metal britannico di inizio anni '80; si prosegue con un'esecuzione dal vivo di "Retributioner" registrata lo scorso 17 gennaio a Livorno e in chiusura il videoclip di "Gates Of Hell" del 1985, canzone che verrà poi inclusa 2 anni dopo nel debutto. Difficile quindi concludere senza ripetere quanto scritto all'inizio, questo è un pezzo di storia della musica underground italiana, che dopo svariate ristampe più o meno riuscite nel corso degli anni sembra aver trovato adesso la sua giusta definitiva riemersione, riuscendo dopo 2 decenni a stupire ed emozionare ancora come se fosse la prima volta. Leggenda. 93/100
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Gianni Nepi: Voce e basso Anno: 2009 |