Dopo la splendida ristampa di War Tears dello scorso anno ritornano sulle scene i Dark Quarterer, col primo e attesissimo disco di inediti dopo 6 anni dall’interlocutorio Violence.
Symbols, è un concept album basato su alcuni dei più grandi personaggi della storia (Tutankhamon, Giulio Cesare, Kunta Kinte, Giovanna D’Arco, Gen Gis Khan e Jeronimo), ai quali è dedicato un pezzo ciascuno e dove la band di Gianni Nepi, sulle scene ormai da quasi 35 anni, decide di tagliare nettamente col più recente passato per tornare alle sonorità che la resero popolare in tutta Europa. Musicalmente, siamo di fronte ad un disco di epic metal sui generis dove abbondano i momenti progressive dettati dalle splendide parti di tastiere di Francesco Longhi, che spesso donano ai pezzi anche classicismi barocchi come nella splendida “Ides Of March” (da non confondere con il pezzo degli Iron Maiden). Nell’album sono presenti anche splendidi e pomposi assoli di chitarra del giovane ma preparatissimo Francesco Sozzi, che portano il songwriting della band in territori spesso quasi hard rock. Con la successiva “Pyramids Of Skulls”, quasi 15 minuti di epico incedere metallico, si percepisce alla perfezione come per questa nuova uscita il modo di comporre e arrangiare sia definitivamente maturato e portato su nuovi livelli, reso più complesso e stratificato, per una canzone che qualitativamente possiamo inserire come tra le migliori in assoluto prodotte dai Dark Quarterer. “The Blind Of Church”, aperta da un pianoforte scarno mette in luce invece il lato più melodico e poetico del disco, dove il pathos e la drammaticità vocale di Nepi conferiscono un’aura magica al tutto mentre la successiva “Shadows Of The Night” risalta più la componente teatrale e tetra, soprattutto nel proseguire cupo della linea di basso accompagnato da riffs chitarristici serrati. Chiude “Crazy White Race”, un diversivo dove viene spezzato il filo di tensione che riecheggia nei solchi di tutta la raccolta in favore di un brano più “frivolo” ma non per questo meno convincente ed incisivo. In conclusione questo capitolo numero cinque nella discografia dei Dark Quarterer ci consegna un ensemble ancora capace di non farsi catalogare con estrema facilità, suonando ancora originalissimi nel nostro panorama e sfornando pezzi che sono come scatole cinesi dalla struttura sempre ben definita e articolatissima, ma non per questo apprezzabili sin dal primo ascolto. Symbols è in definitiva, uno dei migliori full length in assoluto della band, che dona nuova linfa alla loro proposta rendendolo una delle migliori uscite in ambito metal dell'anno. Sempre sorprendenti. 90/100
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Gianni Nepi: Voce e Basso Anno: 2008 |