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Marilyn Manson
Born Villain

Cantore delle inquietudini della X Generation negli anni '90 - Marilyn Manson - aiutato anche da campagne di marketing ben strutturate e mirate è stato uno dei musicisti più chiacchierati e di maggior successo degli anni '90, anche grazie ad un look androgino e alle tematiche blasfeme dei suoi testi che spesso - anche incosapevolmente - l'hanno posto al centro dell'attenzione come "responsabile oggettivo" della follia altrui (la strage della Columbine del '99, ben documentata anche nel documentario di Michael Moore). Nel decennio successivo, scemata la voglia di horror rock a base di bondage e burlesque la sua fama è andata scemando, tanto che dopo un album importante come Holy Wood, la sua popolarità lungo tutti gli anni '00 è calata vistosamente, portandolo anche a flop commerciali (The High End of Low del 2009 su tutti) tentando di ripulire anche un'immagine ormai quasi cartoonesca, senza però risalire la china.

Born Villain, dal titolo che chiarisce la natura sempre borderline del suo autore è anche il primo disco di Manson con l'etichetta Cooking Vinyl dopo anni con l'Interscope (effetti del ridimensionamento, già), è propone ormai un'artista ultra quarantenne nel tentativo di ricatturare l'attenzione persa più attraverso la musica che attraverso la propria immagine di appunto, di "cattivo". L'operazione però è parzilamente riuscita, perchè le 14 tracce dell'album offrono si un interpretazione meno anarchica e più controllata che in passato (e forse più malinconica), ma allo stesso tempo i brani presenti mantengono una fastidiosa linea di continuità col passato, che lo rendono semplicemente un seguito di ciò che è stato fatto, che un vero e proprio lavoro di rottura e rinascita. L'opener "Hey, Cruel World..." dominata dalle schitarrate di Twiggy Ramirez in apertura, denotano una componente maggiormante hard rock rispetto al passato senza però pungere l'ascoltatore, mentre la successiva "No Reflection" - scelta come singolo apripista - ha il groove giusto ed un buon ritornello, aprendo le porte ad alcuni episodi decisamente più ispirati, seppur tutt'altro che imprescindibili.

"Breaking The Same Old Ground" è una ballata riuscita e dalle atmosfere decadenti nel più classico modus operandi di Manson, cosi come "The Gardner", forse il migliore episodio di tutto il disco, offre ancora una volta un ritmo sostenuto dove il parlato del Reverendo è ben indirizzato fino ad arrivare ad un ritornello che flirta pesantemente con synth e tastiere. Qui però, almeno a parere del sottoscritto, finiscono le cose più interessanti del lotto: il resto si divide tra mediocricità ormai cronica del Manson versione anni 2000 ("Lay Down Your Goddamn Arms" su tutte) e brani decisamente mal sviluppati e prolissi ("The Flowers of Evil", dove riecheggia una certo industrial rock annacquato e privo di mordente), e nemmeno la guestata di Johnny Depp (si, l'attore - qui alle prese con batteria e chitarra) in "You're So Vain" sembra avere un ragionevole senso se non la voglia di far suonare un amico "celebre".

Chiosando, Born Villain pur essendo una release accettabile per certi standard di "rock mainstream" non è il colpo di coda che ci saremmo aspettati da un artista da sempre si controverso e altalenante, ma comunque capace poco più di dieci anni fa di far emergere attraverso un linguaggio espressivo fatto di aggressività e inquietudine una musicalità potente e catalizzatrice. Meno dark e sostanzialemnte più glam, oggi il Manson più che la reincarnazione del Maligno, sembra essere la controparte heavy di Lady Ga Ga. E questo non è necessariamente detto che sia un male.

60/100


Marilyn Manson: Voce
Twiggy Ramirez: Chitarra
Fred Sablan: Basso
Jason Sutter: Batteria

Guest:
Johnny Depp: Batteria e chitarra in You're So Vain

Anno: 2012
Label: Cooking Vinyl
Genere: Rock

Tracklist:
01. Hey, Cruel World…
02. No Reflection
03. Pistol Whipped
04. Overneath The Path Of Misery
05. Slo-Mo-Tion
06. The Gardner
07. The Flowers of Evil
08. Children of Cain
09. Disengaged
10. Lay Down Your Goddamn Arms
11. Murderers Are Getting Prettier Every Day
12. Born Villain
13. Breaking the Same Old Ground
14. You’re So Vain

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