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Motörhead
Motörizer

Esultate, le teste di motore son tornate con un nuovo disco! Si, tutto vero, ma quando lo metterete nel vostro lettore cd sapete già cosa aspettarvi, vero? Lemmy e co. dopo lo splendido Inferno di quattro anni fa ed il discreto Kiss Of Death tornano con l’ennesima scarica di grezzo, potente e ruvido rock’n’roll, solo come loro sanno suonare, confermando (sempre se ce ne fosse bisogno) con la pubblicazione di questo Motorizer, che giunge nei negozi dopo i recenti guai con la giustizia tedesca del proprio frontman, di come ormai la loro proposta non cambi di una virgola da innumerevoli full lenght.

Difficile quindi recensire un disco del genere non utilizzando termini e slogan inflazionati quando si parla della loro musica, come obbiettivamente è impossibile stroncare un disco manieristico come questo. Perché? Semplice! Perché questi tre ex-ragazzi inglesi sanno di suonare uguali a se stessi ormai da decenni, ma lo sanno fare con una classe ed un impeto non riscontrabili almeno tra i pari età. Quindi in Motorizer troverete le soliste scariche di adrenalina come nell’opener “Runaround Man”, oppure episodi più catchy come “English Rose” e la stratosferica e conclusiva “The Thousand Names Of God”, con un ritornello che resta in mente sin dal primo ascolto. Sono diversi anche i pezzi sottotono, ma poco importa. Una volta compare un bel assolo di chitarra di Campbell, altrove un bel drumming pulito, feroce e preciso di Dee, quasi sempre la voce ad alto tasso alcolico di Mr. Lemmy si fa perdonare pezzi che cantati da altri, verrebbero accantonati sin dal primo ascolto. Nel mezzo, un brano dall’incedere cupo come “One Short Life”, la veloce e d’impatto “Buried Alive” e dil riff killer di “Time Is Right” completano il quadro.

I Motorhead, superati brillantemente i 30 anni di carriera sono consapevoli di fare musica solo per i loro fan (anche se il ricambio generazionale nei loro confronti resta impressionante), quelli che non li hanno abbandonati nemmeno dopo un paio di dischi bruttissimi sul finire degli anni ’90 cosi come negli ultimi anni, quando la solo visione dei loro volti pieni di grinze e rughe dava una sensazione di patetico ed obsoleto, come si fa per tutte le band etichettate “dinosauri”. Continuano a suonare per il gusto di intraprendere nuovi tour in giro per il mondo e di portare il loro personalissima interpretazione del verbo rock’n’roll a tutti i loro fan. Terribilmente coerenti e affidabili, la sufficienza, come l’ennesimo inchino per la tenacia è meritata.

60/100


Lemmy Kilmister: Voce, basso
Mikkey Dee: Batteria
Vivian Campbell: Chitarra

Anno: 2008
Label: Steamhammer\Audioglobe
Genere: Hard’n’Heavy

Tracklist:
01. Runaround Man
02. Teach You How To Sing The Blues
03. When The Eagle Screams
04. Rock Out
05. One Short Life
06. Buried Alive
07. English Rose
08. Back On The Chain
09. Heroes
10. Time Is Right
11. The Thousand Names Of God

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