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Queensrÿche
American Soldier

La politica estera dell'amministrazione Bush ha lasciato agli Stati Uniti una serie di punti interrogativi e perplessità nei confronti della popolazione, ma sopratutto tanti morti nei suoi conflitti in Afghanistan e Iraq, sia civili che militari. Nei suoi 8 anni di insediamento alla Casa Bianca ci sono state varie manifestazioni contro le sue "malefatte" e come eco la gente comune ha avuto sopratutto i musicisti Rock, che si sono sensibilizzati con le varie manifestazioni (Vote For Change, per citarne solo una) cercando dopo il primo mandato (2004) di rispedire in Texas uno dei più criticati presidenti della storia americana. Oggi c'è Barack Obama che sta provando a cambiare le cose, cercando sopratutto di ridare al suo paese la dignità che ha perso nei confronti degli altre nazioni e questo ritorno dei Queensryche, padri indiscussi del Progressive Metal e figlio dei sentimenti e della voglia del suo leader Geoff Tate di parlare di questo periodo recente della storia, dando voce a quei militari che hanno vissuto in prima persona esperienze raccapriccianti in quei posti dove la guerra ha seminato morte e distruzione andando a comporre un concept album intenso, passionale e ovviamente tragico, viaggia in parallelo a questa nuova condizione di ripresa dell'America.

American Soldier racconta cosi, brano per brano, quegli orrori, dando vita ad un'opera magistrale (a parere del sottoscritto, la migliore della band di Seattle dai tempi di Empire), dove una splendida prova vocale di Tate fa da collante ai racconti dei soldati e dove il resto della band invece che eseguire cavalcate Progressive predilige un'approccio melodico semi-acustico (alle session ha partecipato anche Mike Stone, che ha lasciato la band lo scorso febbraio). La cosa che sorprende di questo lavoro sin dal primo ascolto è la grandissima esecuzione dei pezzi, dai toni maestosi ed epici dell'opener "Sliver" passando per partiture più riflessive e pacate come in "Unafraid", aperta dal rumore di un elicottero che sta atterrando per scaricare sul campo di guerra i militari, pronti all'ennesima mattanza. Tra i picchi più alti del disco, non si possono non segnalare la liquida e psichedelica "Remember Me", con uno splendido assolo chitarristico di Michael Wilton, la monolitica "Man Down!" e la straordinaria ballata "Home Again", nuovo picco emozionale del gruppo che fa ben intendere da dove provengano le soluzioni melodiche agrodolci di band come Dream Theater e Pain Of Salvation. Ma anche gli episodi non citati sono tutti di alto livello: infatti il punto di forza di questa raccolta non sta solo nel concept ma anche nella elevatissima qualità media del tutto, ridando cosi pieno vigore ad una formazione un pò in apnea dopo il non eccelso Operation Mindcrime II e l'album di cover di 24 mesi fa snobbato nonostante diversi ottimi rifacimenti.

Chiosando, American Soldier è un disco che colpisce dritto al cuore ed emoziona chiunque vorrà immergersi tra le splendide linee vocali e le basi imbastite da una formazione di nuovo in stato di grazia e che aggiunge un nuovo lavoro di grandissima fattura ad una discografia che già abbonda di capolavori. Applausi.

89/100


Geoff Tate: Voce
Michael Wilton: Chitarra
Eddie Jackson: Basso
Scott Rockenfield: Batteria
Mike Stone: Chitarra

Anno: 2009
Label: Rhino Records
Genere: Progressive Metal

Tracklist:
01. Sliver
02. Unafraid
03. Hundred Mile Stare
04. At 30,000 Ft.
05. A Dead Man’s Words
06. The Killer
07. Middle Of Hell
08. If I Were King
09. Man Down!
10. Remember Me
11. Home Again
12. The Voice

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