- A&B - Mister Jones, innanzitutto è un grande onore per me poterla intervistare. La ringrazio per la disponibilità. Iniziamo dal suo ultimo progetto, il ritorno dei Black Widow con l’album Sleeping With Demons dell’anno scorso. Cosa può dirci riguardo della registrazione di questo album? E qual è stata la reazione dei fans in merito a questo ritorno? - Clive Jones - Per Sleeping With Demons ho collaborato con Geoff Griffith. Non ci vedevamo da molti anni, ma quando ci siamo incontrati abbiamo entrambi avuto l’idea di registrare un nuovo album dei Black Widow. Ho proposto di tornare sul nostro sentiero, quello della magia nera che non avremmo mai dovuto abbandonare, e infatti, qualcuno definisce questo nuovo album come il seguito di Sacrifice. Personalmente, non diamo peso a quello che pensa la gente di questo nuovo disco, noi siamo molto soddisfatti del risultato e lo sono anche i nostri fans. Non avevamo intenzione di registrare un altro Sacrifice, non è possibile farlo dopo più di 40 anni e non è mai stato il nostro scopo. Geoff ha il suo studio personale, ma dato che vive in Tailandia non era semplice andare e registrare. Sono andato in Tailandia per una sorta di vacanza-lavoro e abbiamo registrato le parti vocali e i flauti. Pe parti al sassofono le ho aggiunte in seguito in Gran Bretagna. Per le tastiere ci ha dato un grande aiuto l’italiano Paolo “Apollo” Negri, che è uno dei migliori tastieristi rock al mondo. Apollo è un nostro fan, quindi è stato molto disponibile (e in cambio io ho suonato il flauto nel suo album The Great Anything).
Dato che c’è sempre stato un collegamento con i Black Sabbath, ho pensato che fosse una bella idea chiamare Tony Martin, voce dei Black Sabbath per 10 anni, come ospite. Tony è venuto a trovarmi, abbiamo ascoltato una prima rudimentale versione dell’album e ci ha dato ottimi consigli. Ha partecipato alla canzone "Hail Satan", una sorta di "Come To The Sabbat" parte seconda. Ho scritto quella canzone perché ho sempre pensato che mancasse una canzone simile a "Come To The Sabbat" e beh, ora c’è.
Abbiamo anche chiamato la nostra cantante originale, Kay Garrett, come ospite ed è stato bellissimo lavorare di nuovo con lei. Non entrava in uno studio da anni, ma è stata molto brava con la canzone che ho scritto per lei, "Even The Devil Gets The Blues". Le vendite dell’album stanno andando tutt'ora molto bene e ha anche delle ottime recensioni. Siamo anche stati citati dal Guardian, uno dei principali giornali britannici, che ha affermato “sono ancora i padrini del rock occulto”.
- A&B - Ad inizio anni ’70 i Black Widow, insieme a Black Sabbath e High Tide, formavano questo affascinante e pericoloso triangolo dell’hard rock esoterico inglese. I vostri testi, però, sono in qualche modo più reali e diretti nei confronti dell’occultismo. Quali sono i suoi ricordi di quell’epoca e , in particolare, i ricordi del suo difficile rapporto con la critica? - Clive Jones - Beh, non abbiamo avuto grosse difficoltà con i giornalisti, perché gli fornivamo materiale su cui scrivere grazie alla nostra musica e ai nostro show. Il problema per noi erano le stazioni radio che bandivano la nostra musica: "Come To The Sabbat" avrebbe dovuto raggiungere il primo posto, ma siccome nessuno l’ha ascoltata, purtroppo, non è riuscita a scalare le classifiche inglesi. Riguardo all'esoterismo facevamo ricerche, ricevevamo consigli da Alex Sanders, il Re delle Streghe, e in più il nostro chitarrista Jim si documentava per permetterci di essere il più accurati possibile.
I miei ricordi di quell’epoca non sono tutti belli, ma era molto stimolante fare spettacoli diversi dall’ordinario. La stampa diceva “non lasciate che i vostri figli vadano a questi show”, il che faceva sì che si affollassero per venire a vederci (sorride).
- A&B - Quale canzone sceglierebbe come la più rappresentativa delle quattro decadi di discografia dei Black Widow? A mio avviso ho sempre ritenuto appunto "Come To The Sabbat" il vostro testamento musicale e spirituale. - Clive Jones - Sì, tutti conoscono i Black Widow grazie a "Come To The Sabbat", che è la canzone più nota, ma ce ne sono altre altrettanto importanti. Posso parlare solo per me stesso, ma "Sacrifice", title track del disco, "Legend Of Creation" e "Mary Clark" (che sarebbe dovuta uscire come singolo) sono tutte dei classici. Ci sono anche alcune grandi canzoni nel nuovo album, ad esempio mi vengono in mente "Hail Satan" e "The Portal To Hell".
- A&B - Passiamo ora all’altro progetto di cui si occupa e che ho sempre apprezzato moltissimo, ossia gli Agony Bag. La breve, affascinante e tormentata storia della band sarebbe perfetta per un libro di almeno 500 pagine. Come si può riassumere quel periodo? E cosa pensa del fatto che l’unico vero album della band sia stato pubblicato 20 anni dopo la sua registrazione da una casa discografica italiana? Ha mai pensato alla possibilità di una reunion? - Clive Jones - Beh, gli Agony Bag non hanno mai smesso di vivere, sono ancora tra i miei pensieri ed è vero che abbiamo pubblicato un album 20 anni dopo la scioglimento, Feelmazumba, una parola di cui non riveleremo mai il significato, lo sanno solo i quattro membri della band e non lo riveleranno mai. Ma c’è anche un EP su iTunes Piss Out Your Trash che contiene qualche traccia inedita e qualche rivisitazione di alcune canzoni degli Agony Bag. È stato prodotto dal mio amico Stefan Bender in Germania. Abbiamo suonato con la band di Stefan, i Fame, quando siamo stati in Germania per la prima volta e hanno adorato la band. Siamo diventati buoni amici e li siamo rimasti per molti anni, ma purtroppo qualche anno fa Stefan è mancato a causa di un cancro. Abbiamo utilizzato una traccia non terminata della sua session, "Evil Clock", come bonus track in Sleeping With Demons.
Gli Agony Bag erano una band molto coraggiosa e, come con i Black Widow, abbiamo esplorato nuovi sentieri. Io ero il cantante e abbiamo scritto canzoni su argomenti molto differenti rispetto a quelli della maggior parte delle band. Il sesso aveva un ruolo fondamentale all’interno della band e sono sicuro che siamo stati la prima band a fare sesso sul palco e a volte tra i membri della band (molto piacevolmente, aggiunge sorridendo). C’è un video su Youtube del nostro singolo "Rabies Is A Killer", dateci un’occhiata. Youtube continuava a rimuoverlo, ma i fan hanno continuato a ricaricarlo, quindi ora non se ne preoccupano più. Non riesco a immaginare una reunion: il bassista Geoff Bevan ha il cancro come me, ma ho intenzione di scrivere delle nuove canzoni e spero nella pubblicazione di un nuovo album.
(I Black Widow nella loro line-up classica nel 1971, ai tempi del masterpiece Sacrifice)
- A&B - Tra le sue molte collaborazioni, cosa ci può raccontare a proposito di quella con i Death SS, per certi versi la continuazione italiana dei Black Widow? - Clive Jones - Steve dei Death SS ha sempre dichiarato che i Black Widow hanno avuto una grande influenza sulla sua vita. Non lo vedo da molti anni e mi piacerebbe molto incontrarlo. Ha registrato alcune cover dei Black Widow, come "Come To The Sabbat" e "In Ancient Days", oltre a quella degli Agony Bag "Rabies Is A Killer" per uno dei suoi album, il migliore a mio avviso, che è Panic. Ho suonato il sax e il flauto per l’ultimo album dei Death SS The 7th Seal. Ma ho lavorato con molte band e sono molto felice di farlo, perché mantiene vivo il mio nome e quello della band.
- A&B - Intenzionalmente o meno, è sempre stato un precursore con ogni progetto che ha portato avanti nel corso degli anni. Per esempio, i Black Widow hanno aperto la strada a centinaia di band oscure ed esoteriche, gli Agony Bag hanno introdotto il look horror-punk nel rock inglese, ancora prima che venisse inventato il termine. Pensa di meritare più riconoscimento di quello che ha avuto? - Clive Jones - Sì, onestamente lo penso. Ho sempre avuto idee illuminanti e dico sempre di non essere stato parte di band comuni. Ci vestivamo sempre in maniera molto eccentrica e venivamo spesso censurati. Ho anche condotto un one man show per qualche tempo, Dr Pesky: o lo si amava o lo si odiava, ma non mi importava dell’opinione altrui.
I Black Widow e gli Agony Bag hanno aperto le porte a molte band che ora possono fare quello che fanno. So che c’è una band, i Ghost, che riceve ottime recensioni e i giovani li chiamano “alternativi”, ma non sono nulla in confronto a quello che facevamo noi on stage 40 anni prima di loro. Ho visto i loro video su Youtube, ma non hanno capito nulla: se ti vesti come un monaco, allora devi comportarti come tale in tutto e per tutto. Inoltre, il cantante indossa sempre una maschera, ma non puoi farlo per tutto un concerto: se non mostri il viso, non trasmetti nessuna espressione e nessuna emozione. Ma gli auguro il meglio, la loro musica è molto buona.
- A&B - Ha qualche aneddoto legato all’Italia? Ha mai suonato nel nostro Paese? C’è qualcosa della nostra cultura che l’ha colpita? - Clive Jones - Sì i Black Widow hanno fatto un tour in Italia nel 1971 con gli Yes e i PFM. Una registrazione di uno dei live è stata pubblicata da poco, qualcuno l’aveva su cassetta e l’ha conservata per tutti questi anni. Ora è stata pubblicata con alcune altre cose dai miei archivi ed è stata intitolata See’s The Light Of Day. Non siamo riusciti a visitare molto l’Italia, ma abbiamo molti fan, ricordo di aver mangiato una pizza: non ne ho più trovata una così buona.
- A&B - Cosa pensa Clive Jones della scena rock contemporanea? C’è qualcosa che apprezza in modo particolare o ascolta principalmente musica degli anni ’70 e ’80? - Clive Jones - Beh, mi piacciono molto le band degli anni ’70 e molte stanno tornando, ma sono molto deluso dalla musica di oggi: poche cose mi esaltano, la maggior parte delle rock band sono noiose e le canzoni banali. Qualche anno fa ho partecipato come ospite a un concerto di una band canadese, i Propagandi, che ha registrato una cover di "Come To The Sabbat". Non avevo mai sentito parlare di loro prima, ma mi hanno invitato per lo spettacolo: sono fantastici, andate a vederli; l’energia che hanno è incredibile. Alla fine, ho suonato con loro per tutte le date inglesi del loro tour e la cosa straordinaria è che i giovani conoscevano "Come To The Sabbat"! Durante in primo show con loro il palco ha preso fuoco, colpa mia per i miei legami con la magia nera (ride).
(Gli Agony Bag in uno dei pochi scatti promozionali, all'epoca dell'uscita del singolo "Rabies Is A Killer", del 1980)
- A&B - Mr Jones, la ringrazio di cuore per il tempo che mi ha concesso. C’è qualcosa che vuole aggiungere per concludere questa intervista? - Clive Jones - Beh, grazie a voi per avermi intervistato. Purtroppo nell’ultimo anno ho dovuto lottare contro il cancro, ma ho sfruttato questo tempo per scrivere nuovo materiale. Come dico sempre: i Beatles scrivevano sotto LSD, io scrivo sotto chemio. Ci sono grandi novità in arrivo per i Black Widow, ma non posso ancora svelare nulla al momento e forse ci sarà un nuovo album. Stiamo anche lavorando agli Agony Bag e Geoff Griffith sta per pubblicare un nuovo album con lo pseudonimo di Alien Grey. Spero che i Black Widow tornino in tour prima o poi e spero di poter incontrare i fans italiani.
Se volete scrivermi, io cerco di rispondere a tutti i messaggi che ricevo: potete contattarmi sul mio profilo di Facebook o sulla pagina della band. Grazie Fabio.
Nota a margine: Le domande per questa intervista sono state stese nella primavera del 2012, ma per i problemi di salute più volte citati in questa intervista dallo stesso Clive Jones, è stato possibile inviarle solo lo scorso ottobre. Clive Jones fa comunque sapere che i suoi problemi con il cancro sono quasi del tutto superati ed ora sta molto bene, e ci ha anche anticipato che il prossimo anno faràuna vacanza in Italia per lasciarsi alle spalle questo suo periodo.
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