La prima volta che ho letto il nome di Ernesto De Pascale è stato sulla costolina di un CD, il suo primo album solista, quel Morning Manic Music uscito nel 2007 e che ebbi l’onore di recensire per A&B.
Quello era un disco semplice, suonato con onestà, un elogio alla melodia blues rock americana dove la sua vellutata voce spiccava su delle chitarre armoniche. Un bel disco, che mi diede la possibilità di approfondire la sua conoscenza, la sua importanza come figura del giornalismo italiano, come conduttore radiofonico e come musicista. Poi l’incontro: era il 19 luglio del 2008, durante il Porretta Soul Festival, quando un amico in comune ci presentò. La sua espressione amichevole era rassicurante, parlammo del mio lavoro (mi fece molte domande, mi sentii “protagonista”) sulla webzine e di cosa ne pensassi del suo disco, mi disse che presto ne sarebbe arrivato un seguito (My land is your land, album uscito nel 2010 con la collaborazione di Ashley Hutchings), che io fino ad oggi non ho nemmeno mai ascoltato di conseguenza recensito. Chissà se il sign. De Pascale avrebbe avuto piacere nel sapere la mia opinione su quel CD, io penso di si, più che altro lo spero. Lo penso perché quell’incontro ci fece diventare amici nel giro di pochi minuti, nonostante la differenza di età ed il mio naturale rispetto per un pezzo grosso ed esempio per tutti coloro che cercano di approcciare al giornalismo, perché lui ha vissuto l’epopea del blues rock inglese, bel beat, della british invasion, del metal e della new wave, del grunge e l’indie, parlandone ovunque avesse opportunità con l’entusiasmo di un ragazzo alle prime armi. Lui amava la musica e la trattava con rispetto, amava qualsiasi genere e sfumatura, senza pregiudizi di sorta assai di moda nella critica musicale moderna.
De Pascale è stato collaboratore delle maggiori testate musicali nazionali ed inglesi (Record Collector e Rocksbackpages) ha lavorato per anni in Rai, collaborando sul canale televisivo Rai Sat Show e Radio Tre. Era la “voce della notte”, appellativo che si prese conducendo Rai Stereo Notte ed il programma settimanale Il Popolo Del Blues, poi diventata una webzine, etichetta musicale ed un’associazione culturale di grande successo nel territorio nazionale. Era anche un noto produttore discografico (è stato dietro al mixer per più di 70 album di musica italiana) ma soprattutto era un gentiluomo, sempre disponibile e pacato nel modo di proporsi, sempre interessato alla persona ed al suo microcosmo lavorativo. Forse meno nota ma non meno importante la sua attività come scrittore: suoi i libri Mondo Beat, Il Rock & Roll In Italia e la biografia My name is Pasquale, biografia di Nicola Arigliano per interviste sono tutt'ora dei piccoli cult editoriali. Ha ricevuto a partire dell’inizio degli anni ’90 molti premi e riconoscimenti, era nella giuria del premio Ciampi e el Rock Contest di Controradio; non c’è niente dell’universo musicale nostrano che non l’abbia visto protagonista in questi 40 anni di attività. Ernesto De Pascale e morto la notte del 13 febbraio all' ospedale di Montevarchi. Lo stesso giorno avrebbe compiuto 53 anni: era nato a Firenze il 13 febbraio del 1958. De Pascale era ricoverato dal 7 febbraio scorso a causa di una improvvisa patologia. E questo che avete appena finito di leggere, è il breve e forse nemmeno tanto buono ricordo di un sincero e amichevole ammiratore. Ma sono sicuro che Ernesto, avrebbe comunque apprezzato l'onestà dello scritto.