Era l'estate del 2008, quando 4 giovanotti del New Jersey diedero alla stampe un disco che per molti mesi nessuno considera granchè.
Questi giovanotti sono i The Gaslight Anthem ed il disco in questione era The '59 sound. In tempi di internet si sa, il passaparola, la possibilità di downlodare dei pezzi e la facilità di reperire notizie su un gruppo ha rivoluzionato tutto il modo di fruire la musica, e cosi il disco cominciò a farsi conoscere, diventando un piccolo caso discografico due anni or sono. A 24 mesi di distanza i The Gaslight Anthem ci riprovano, con questo American Slang, lavoro che ha goduto del giusto hyperaggio e prova del nove per l'ensemble di New Brunswick, ai tempi del debutto, anche per questioni geografiche etichettati in maniera decisamente approssimativa come i figliocci di Bruce Springsteen "colpa" più che altro, della timbrica roca e aggressiva del cantante Brian Fallon). Il disco in realtà mostra una buona maturazione ed un songwriting meno adolescenziale in favore di canzoni molto rock, dove spesso vengono anche mostrati i muscoli e allo stesso tempo la melodia (come nel caso della bella title track, posta in apertura). Obbiettivamente tracce dello Springsteen sound ci sono, ma Brian Fallon e co. sembrano essere i nuovi alfieri del Rock/Punk da pub, quello che accompagna litri di birra versati tutte le sere, rimandando per questo non poco al maestro del genere, Graham Parker. Sia chiaro, American Slang non è un disco che farà la storia della musica moderna, ma è un piacevole ascolto che chiarisce i dubbi che sortirono al momento del debut album, confezionando 10 brani che sono la perfetta colonna sonore dell'estate alle porte. "Bring It On" è una canzone fresca ed energica alla stesso momento, con le armonie di chitarra solari, mentre l'intro di "The Diamond Church Street Choir" ricorda molto "The Passenger" di Iggy Pop ma in realtà il tutto progredisce in maniera assai diversa, alternando momento pacati ad un ritornello efficacie e smaccatamente Pop. Tra le episodi migliori della raccolta vanno citati anche il Power Pop di "Orphans", il Rock'n'Roll anni '70s di "Old Haunts", dalla piacevole vena nostalgica e la conclusiva "We Did It When We Were Young", gemma assoluta della raccolta che si snoda tra crescendo soul e rimandi alle atmosfere sognanti degli U2 di Unforgettable Fire. In poche parole, magia pura. Il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista, è se questa citazione corrisponde a inconfutabile verità, i The Gaslight Anthem pur senza strafare o meravigliare superano brillantemente la prova e si propongono come una delle più belle realtà americane uscite negli ultimi anni. Da seguire con attenzione, il tempo è dalla loro parte. 70/100
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Brian Fallon: Voce e chitarra Anno: 2010 |