Dopo le non fortunatissime (a livello commerciale) parentesti con Sinner, Silent Force e Primal Fear, il guitar hero Alex Beyrodt ci riprova con una band da lui assemblata, che raduna alcuni dei migliori musicisti degli ultimi anni in campo Hard'n'Heavy (basti pensare a Mel Gaynor al basso, collaboratore anche di Brian May), per un disco che puzza (o profuma, a secondo dei punti di vista) di "operazione nostalgia" lontano un miglio.
Vodoo Circle,uscito lo scorso dicembre per la AFM Records e distribuito in Italia dalla Audioglobe, è il primo frutto di questa nuova band ed è un lavoro dallo stile e mood molto classico, che farà felice tutti coloro che hanno apprezzato la svolta AOR dei Rainbow nei primi anni '80 cosi come i lavori dei Deep Purple sul finire dello stesso decennio, senza dimenticare i primi full lenght del maestro del genere, Yngwie Malmsteen. Nelle 11 tracce presenti per il nostro mercato (le tracklist variano a seconda del paese dove è uscito), ci ritroviamo ad ascoltare ed analizzare una serie di pezzi che farà la felicità di chi amava i fenomeni sopracitati, e siccome Beyrodt non è uno sprovveduto, ha invitato all'interno dell'ottima "Dream Of Eden" alcuni dei personaggi chiave di quel periodo musicale: Doogie White, Rudi Sarzo e Richard Andersson. Il resto si muove su coordinate ben delineate e omogenee, tra ottimi assoli di chitarra e linee vocali molto accattivanti ed antemiche ("Desperate Heart"), passando per la più rocciosa e granitica "Kingdom Of The Blind", arrivando sino all'orientaleggiante e candenzata "Enter My World Of Darkness". La raccolta non offre molto in quanto a spunti e originalità, anzi alcuni episodi fungono da filter e la soluzione strofa-ritornello-strofa onnipresente, potrebbe stancare ben presto anche il fan meno intransigente. Vodoo Circle resta comunque un debut album più che sufficiente, che gode di una produzione di primo ordine e di un mixaggio eccellente, di una manciata di pezzi davvero solidi e riusciti e dove la prestazione complessiva della band è apprezzabile, anche nei momenti più manieristici e poveri di phatos. Buon inizio, ma si può far di meglio, con un line-up cosi. 65/100
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Alex Beyrodt: Chitarra Anno: 2008 |