“Felice Anno Nuovo! Siamo lieti di annunciarvi che stiamo per rilasciare il nostro primo album live di sempre, i cui brani saranno presi dal nostro tour del 1996. L’album si chiamerà Live on I5 e lo potrete avere il 22 marzo. Avevamo sempre pensato di rilasciare questo lavoro come un disco live e ora è il momento di scatenare la furia!”
Con questo comunicato stampa ad inizio anno i riuniti Soundgarden ci hanno annunciato l'arrivo sul mercato di questo album live, il primo ufficiale della loro carriera, che va ad arricchire un ritorno sulle scene tra i più graditi tra gli appassionati (o nostalgici) del rock alternativo degli anni '90. Si delinea cosi sempre meglio anche il profilo lucrativo di una rimpatriata che solo fino a 18 mesi fa sembrava impossibile, dato una carriera solista di Chris Cornell artisticamente poco rilevante, ma discretamente redditizia come vendite, ma sopratutto ci da la possibilità di una connessione storica importante, dato che le registrazioni di questo disco provengono tutte da concerti che la band ha tenuto sul finire del 1996, pochi mesi prima del suo scioglimento e poco dopo l'arrivo sul mercato di un lavoro controverso come Down On The Upside. Nati a Seattle a metà anni '80, quando il movimento grunge stava fermentando ma ancora non era esploso a livello commerciale, i Soundgarden sono a tutti gli effetti uno dei gruppi chiave del movimento, ben sintetizzati in lavori colossali come Louder than Love (1989), Badmotorfinger (1991) e il masterpiece di vendite Superunknown del 1994, che aveva al suo interno due smash hits come "Spoonman" e "Black Hole Sun". Live on I-5 fa cosi da sunto in maniera cristallina ed efficace di quel periodo dove ormai la frattura interna erà già nella sua fase terminale, ma consentiva lo stesso alla band di presentarsi sul palco in maniera professionale e determinata. Dalla potente e viscerale "Rusty Cage", manifesto grunge in salsa hard rock passando per una versione spoglia e minimale della già citata "Black Hole Sun" arrivando alle cover di "Search and Destroy" (The Stooges) e "Helter Skleter (Beatles), qui c'è scalfita nei solchi di un CD una delle pagine più belle della musica anni '90, una delle più importanti, nonostante questo live non sia necessariamente un capolavoro (vi sono presenti anche brani tutt'altro che da tramandare come "Dusty" e "Ty Cobb"). Nel complesso un prodotto che ha più valenza storica che artistica, dedicata forse ai fan più incalliti e collezionisti anzichè a quelli occasionali, che comunque potrebbero far suo questo album per capire come per certi versi, la stagione rock degli consumatasi due decenni fa sia oggi irripetibile per passionalità, sincerità, coerenza e atmosfera. Tutto sommato, bentornati anche ai Soundgarden. 65/100
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Chris Cornell: Voce Anno: 2011 |