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Motörhead
The World Is Yours

Cosa si può dire di nuovo di fronte al nuovo disco degli indomabili Motorhead? Niente, perchè niente di nuovo ha realmente da aggiungere la loro musica, ma attenzione, questo non vuol dire che The World is Yours sia un disco da cestinare o trascurare, tutt'altro. E' brutta consuetudine ormai da anni da parte di certa critica, limitarsi a rappresentare Lemmy e soci come dei "bolliti del rock", spesso evitando anche di dare ascolti reali e approfonditi alle nuove produzioni del terzetto inglese, generando cosi un'opinione pubblica se non errata del tutto, quanto meno dilatata e distorta sul loro marchio.

Perchè se ascoltate con attenzione, senza avere un minimo di pregiudizio dinnanzi al loro nome o al loro peso storico, vi accorgerete che le 10 tracce che compongono questo disco siano semplicemente una raccolta di buone canzoni rock'n'roll, forse le migliori scritte dai Motorhead dai tempi di Inferno (2004). Non vi basta il testosteronico e groovoso attacco di "Born To Lose" (con tanto di autocitazione nel titolo)? Nessun problema, la successiva "I Know How To Die" vi farà porre qualche dubbio sulla realtè età dei suoi compositori. Al contrario delle ultime release dei Motorhead poi, The World is Yours non contiene al suo interno nessuna ballad o episodio più riflessivo, ma è un lavoro composto totalmente da canzoni molto veloci e "spigolose"; semmai quello che non manca è la voglia di risvegliare nei fans i fasti degli anni '80 autoplagiandosi consapevolmente. Facciamo un'esempio: prendete la bella e candenzata "Brotherhood Of Man", ascoltatela bene. Non vi ricorda niente, nemmeno un loro brano vecchio di 24 anni? Se state leggendo questa recensione e non avete ancora ascoltato il disco, commentate poi qui sotto quando ne l'avrete fatto. Di certo non mancano canzoni che puzzano di riempitivo lontano un miglio, come ad esempio il primo singolo "Get Back In Line", ma dire che è un peccato veniale per chi di capolavori ne ha sfornati in abbondanza è un eufemismo. Ed ecco allora che proprio sul finire arriva la la pachidermica e cupa "Overlord" a fare da controaltare, oppure il punk'n'roll conclusivo di "Bye Bye Bitch Bye Bye" (anche questa non vi ricorda proprio nulla?).

Ok, allora la sfida al lettore è lanciata, siete davvero pronti a classificare come "totalmente inutile" questa uscita senza nemmeno averla udita? Aldilà di qualsiasi constatazione di rito conclusiva, quello che posso dirvi è che questo come back funge alla grande, parecchie canzoni sono il massimo che si possa pretendere dai Motorhead versione 2010 e questo può bastare (o almeno penso) a molti di voi che stanno leggendo. Per la serie, "tutto il resto è noia"...

70/100


Lemmy Kilmister: Voce, basso
Mikkey Dee: Batteria
Vivian Campbell: Chitarra

Anno: 2010
Label: Motörhead Music/EMI
Genere: Hard'n'Heavy

Tracklist:
01. Born To Lose
02. I Know How To Die
03. Get Back In Line
04. Devil’s In My Hand
05. Rock’N’Roll Music
06. Waiting For The Snake
07. Brotherhood Of Man
08. Outlaw
09. I Know What You Need
10. Bye Bye Bitch Bye Bye

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